La rete aeroportuale europea cuba 2 miliardi di passeggeri

Pandemia superata, secondo il rapporto sul traffico per l’intero anno 2022 e dicembre 2022 pubblicato oggi da Aci Europe. Il traffico passeggeri nella rete aeroportuale europea è quasi raddoppiato (+98%) nel 2022 rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1,94 miliardi di passeggeri. Tuttavia, si tratta ancora di un -21% rispetto ai volumi precedenti alla pandemia (2019), con solo il 27% degli aeroporti europei che ha recuperato completamente il livello di traffico passeggeri del 2019.

Le dichiarazioni

Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, ha commentato: “L’impennata del traffico passeggeri dello scorso anno è stata fenomenale. Iniziato all’inizio della primavera, quando la maggior parte delle restrizioni ai viaggi è stata finalmente abolita, ha avuto un boom durante l’estate ed è poi rimasto stabile. Tutto questo nonostante gli shock geopolitici, il deterioramento della macroeconomia, il rapido aumento delle tariffe aeree e la pandemia ancora presente”.

La prospettiva

Jankovec, tuttavia, mette le cose in prospettiva: “Non si tratta ancora di una ripresa completa. Nel 2022 agli aeroporti europei mancavano ancora 500 milioni di passeggeri rispetto alla situazione precedente all’arrivo della pandemia. Inoltre, si registrano notevoli divari nelle prestazioni di traffico tra gli hub e gli aeroporti regionali più piccoli, nonché tra i mercati nazionali”.

L’incertezza

Guardando al futuro, ha espresso un cauto ottimismo: “C’è ancora molta incertezza sul 2023, non da ultimo a causa delle tensioni geopolitiche e del fatto che non c’è una fine in vista per la guerra in Ucraina. Ma le prospettive del traffico stanno migliorando grazie al fatto che i venti contrari alla domanda si sono leggermente attenuati con la riapertura della Cina, i timori di recessione per l’Europa si sono attenuati e l’inflazione si è attenuata. Ciò dovrebbe contribuire a ridurre gli attuali divari di traffico e a far sì che un maggior numero di aeroporti si avvicini ai volumi precedenti alla pandemia. Tuttavia, è probabile che le pressioni sull’offerta rimangano significative, viste le riduzioni strutturali di capacità effettuate dalla maggior parte delle compagnie aeree durante la pandemia, la loro forte attenzione all’aumento dei rendimenti attraverso tariffe aeree più elevate piuttosto che alla quota di mercato, i ritardi nelle consegne degli aeromobili e la carenza di manodopera che rappresenta ancora un problema in alcuni mercati”. Qui il report completo.