Il 2023 porta nuove regole

Il 2023? Un anno proficuo, di buona ripresa quanto ai numeri, di affermazione delle grandi reti, ma di status quo sul fronte delle operazioni. Non sono attese grosse rivoluzioni e questo perché gli equilibri sono sempre più definiti, semmai potranno stringersi alleanze o collaborazioni e c’è chi pensa che questa possa essere una strada buona per il futuro.

 Una buona ripresa

L’anno in corso ha grandi responsabilità. In primis quella di riportare ai livelli del 2019, necessità che ora diventa ancora più stringente ai fini di ristabilire i flussi di cassa che serviranno perché sono iniziati i rimborsi dei finanziamenti ricevuti a seguito del Covid. A mettere in guardia il settore sul tema è Adriano Apicella, a.d. di Welcome Travel Group. Non manca certamente l’ottimismo, Stefano Colombo, sales & operations manager distribuzione di Uvet crede possa essere “un anno proficuo, i volumi stanno aumentando in maniera significativa, in alcuni casi si stanno raggiungendo o superando le vendite del 2019, per cui bisognerà correre ed essere molto concentrati su tutte le opportunità che potremo sfruttare. Bisognerà puntare sulla qualità dei servizi erogati e sulle necessità delle adv nelle diverse fasi dell’anno commerciale”.

Anche Maurizio Bosia, presidente di Verynet, pensa che il 2023 “avrà una buona ripresa, ma sarà dettata da regole diverse dal decennio precedente (il passato non ritorna). Ci sarà meno advanced booking, maggior costo del volato, riaperture di destinazioni che si erano abbandonate e destinazioni di massa che diventano d’elite”.

Il mondo delle adv e dei t.o. si sta trasformando, “per esempio non c’è più nessuno che abbia i charter o sono in pochi – aggiunge Paola Frigerio, leisure, marketing & network director di Frigerio Viaggi -. Sono quasi tutte low cost, si sta trasformando il mondo che conoscevamo molto bene, non solo nel suo interno”. Cambiamenti che portano ad abbracciare anche ciò che si sta sviluppando intorno al mondo del travel, per esempio il bacino delle startup, che può offrire spunti interessanti. “La parte di innovazione tecnologica si sta sposando bene con il nostro settore, anche se i più reticenti ad accogliere le novità siamo proprio noi”.

C’è chi, invece, vede questo 2023 simile “al 2022, quindi confermerà la ripartenza del settore”, dice Laura Sandrini, ceo Mister Holiday, o chi pensa che “riavvicinerà a dinamiche simili al 2019 per destinazioni, share di prodotto, finestre di booking e numeri”, asserisce Claudio Busca, direzione generale retail del Gruppo Bluvacanze. In linea Michele Zucchi, a.d. di Euphemia, a suo dire sarà “ai livelli del 2019, con una flessione nella domanda estiva che potrebbe essere ben gestita con una buona programmazione advanced booking”.

Probabilmente si dovrà “fare i conti con clienti disposti a spendere di più, ma che mal tollerano gli imprevisti”, osserva Alfredo Vassalluzzo, amministratore unico Travelbuy. Il settore, infatti, presenta “tante nuove sfide all’orizzonte – mette in guardia Luigi Porro, co-founder The Travel Expert -, in primis certificare il prodotto proposto, dopo che nel 2022 abbiamo visto come non tutte le industry di fornitori siano uscite con il medesimo stato di salute”.

Gli equilibri sono creati

Fino a qui le reti si sono espresse su cosa porterà l’anno in corso, ma come sarà in merito alle dinamiche che riguardano il fronte della distribuzione organizzata? Non sembra siano in arrivo grossi scossoni. Secondo Apicella sarà “ancora un anno di status quo. Gli equilibri di mercato del mondo distributivo sono stati creati, non ci saranno stravolgimenti”. Il manager non si aspetta “mutamenti di modello, semmai un’evoluzione. Con la pandemia quello che doveva succedere è successo, spero sia un anno di recupero”.

C’è chi lo vede come un anno “in cui si affermeranno i grandi network, lavorando in totale sintonia con le adv – dice Sergio Testi, direttore generale Gruppo Gattinoni -. I network sosterranno la domanda, stimolando un mercato che è sempre più alla ricerca di innovazioni, anche nelle modalità di prenotazione e gestione della vacanza. Il tutto dovrà avvenire lavorando per cluster di clientela, con particolare attenzione al segmento giovani”.

C’è anche chi invita più che altro a domandarsi che cosa significhi “distribuzione organizzata, se è perché si ha un contratto con una commissione più o meno interessante – dice Mario Malerba, presidente Team Valore – o se chi ha la proprietà del prodotto concorda, insieme alla distribuzione, come, cosa e quando capire la strada da percorrere”.

Il futuro? “Sarà prerogativa delle adv più evolute, in grado di fare la differenza agli occhi del cliente”, sostiene Andrea Cani, presidente Enjoynet.

Stefania Vicini

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