Una ripresa dei flussi che fa ben sperare per il 2023, con il ritorno degli europei e degli americani, mentre rimangono indietro russi, naturalmente, e asiatici. 

Le associazioni 

“Abbiamo assistito, nelle ultime fasi del 2022, ad una ripartenza dei flussi turistici che lascia ben sperare per il prossimo anno – esordisce Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti –. Resta da vedere, però, quale sarà l’evoluzione del ciclo economico, tra inflazione, caro energia e rallentamento internazionale. E’ tornato il mercato europeo e c’è un forte dinamismo anche da parte di quello Usa, anche grazie al cambio favorevole. Rimane ancor indietro, invece, la domanda a lungo raggio dall’Asia Orientale”.   

Giancarlo Reverenna, delegato nazionale Fiavet-Confcommercio all’incoming e digitalizzazione, invita a esaminare la questione da differenti punti di vista: “Dobbiamo osservare le prospettive su due piani diversi – afferma -: uno il turismo legato ai flussi stagionali di mare e montagna, che dovrebbero mantenere i numeri del 2022, l’altro è quello delle città d’arte, che forse potrebbe avere un incremento rispetto al difficile 2022. Tutto dipende dai mercati internazionali, dall’evoluzione del sistema dei trasporti, delle tasse aeroportuali e dei costi che incidono sul pacchetto turistico”. A mancare secondo Reverenna saranno “i mercati che erano fondamentali per alcune città, come quelli provenienti dall’Oriente, i cinesi e i coreani in particolare – sottolinea il delegato -. Allo stesso modo, a differenti livelli, mancheranno i russi e ucraini, che erano per noi i bacini più significativi dell’Est Europa. Il grosso del flusso sarà, come da tradizione per l’Italia, quello dei Paesi Europei e di lingua tedesca”.  

Operatori concordi 

 Anche gli operatori sono concordi con la visione delle associazioni. “La stagione 2023 si apre con aria di ottimismo e un incremento delle prenotazioni rispetto all’anno scorso e su molti mercati ci stiamo avvicinando alle cifre pre-Covid – dice Carlo Zanolla, contract manager Mamberto -. I mercati che sono per noi un riferimento, quello olandese e tedesco, stanno rispondendo bene e siamo pertanto positivi. Si avverte la grande assenza dei mercati dell’Est europeo e della Russia – conferma Zanolla -, situazione che purtroppo facilmente non si risolverà a breve”. 

Massimiliano Cossu, ceo Portale Sardegna e co-founder Welcome To Italy, è prudente: “I primi sentori sono positivi – conviene con i colleghi -, tuttavia sarebbe illusorio e poco prudente ipotizzare un’assenza di conseguenze sulla domanda turistica per effetto dell’incremento generale dei prezzi che ha decurtato il potere d’acquisto dei consumatori. Rispetto al 2022 ci aspettiamo un ritorno del mercato estero che, in particolare nella prima parte dell’anno aveva stentato. Il bacino americano – prosegue il ceo -, grazie alla forza del dollaro e alle differenti prospettive della propria economia, può dare delle soddisfazioni importanti in termini di crescita delle presenze”. 

Sulla stessa linea Gino Acampora, presidente Acampora Travel: “Le prospettive sono buone sulla carta: stiamo ricevendo molte richieste e prenotazioni, ma resta l’incognita della guerra, della crisi economica in atto e del grosso aumento dei costi, in particolare quelli energetici. Il turismo post Covid è molto cambiato – dice il presidente -, si cercano più vacanze individuali, piccoli gruppi e meno i viaggi di gruppo del passato. Questo comporta, però, qualche problema, perché c’è più richiesta di mezzi di trasporto di piccole dimensioni e guide, e, purtroppo, c’è carenza sia di autisti che delle seconde”. Secondo Acampora “quasi tutti i bacini internazionali sono ripartiti bene: il nostro mercato principale, quello americano, è tornato alla grande e tra l’altro è uno di quelli con più alto potenziale di spesa e quindi molto appetito. C’è un po’ di preoccupazione – rimarca il presidente – per il mercato inglese, per i problemi economici, l’inflazione alta, senza dimenticare la Brexit. E’ stato importante ripartire con tanti voli diretti e molto interessante è l’apertura ai mercati dei Paesi arabi, mercato difficile ma ricco. Chiaramente manca l’utenza russa, causa la guerra, e quella asiatica viaggia ancora su livelli bassi rispetto al passato. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per recuperarli completamente”. 

“Le prospettive, sulla base dei trend visti nel 2022, sono positive – esamina Dina Ravera, azionista di riferimento di Destination Italia -. infatti, confrontando i dati di spesa a livello nazionale dei viaggiatori stranieri 2022 rispetto al 2019, l’incoming è passato da -24% nel primo trimestre, al -10% nel secondo e al +4% nel terzo. Addirittura tra luglio e settembre di quest’anno il contributo del turismo incoming sarebbe stato ancora più alto se non ci fosse stata una saturazione di offerta disponibile”. A ripartire fortemente i flussi europei, “con un +100% rispetto al 2021 nei primi 9 mesi dell’anno, come quelli da Germania, Francia e Regno Unito – evidenzia la manager -. Di fondamentale importanza, inoltre, l’accelerazione del turismo nord americano, che rispetto allo scorso ha registrato nei primi 9 mesi del 2022 un incremento del 400%. Rimangono ancora poco presenti i turisti russi e gli asiatici, ma si è comunque compensata la loro presenza anche con gli arrivi dal Latino America e dall’Oceania, che si sono finalmente riavviati dopo il periodo pandemico”. 

Ricettività e trasporto aereo 

 “Per VOIhotels, il 2022 è stato l’anno di ripartenza del mercato straniero – asserisce Angelo La Riccia, direttore commerciale di VOIhotels -, che però non ha realizzato gli stessi numeri del 2019, essendo ripresa in ritardo la programmazione a causa della scia delle chiusure post pandemia. Per il 2023, ci aspettiamo un aumento rispetto al 2022, sempre più vicino ai volumi del 2019”. Concorde Aldo Sarnataro, direttore commerciale di Neos: “Anche per noi il 2022 è stato l’anno della ripartenza, ma segnata ancor da restrizioni, pertanto considerando volumi ridotti. Per il 2023 abbiamo molte aspettative per il segmento incoming, con l’obiettivo di fare meglio del 2019 per effetto delle nuove rotte”. Per VOIhotels a ripartire sono stati europei, soprattutto Germania, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca e poi anche l’America, fermi tutti i bacini legati all’ex Csi. Neos, che ha operazioni di incoming attive da anni con Israele, Cina, Islanda, prevediamo per il 2023 volumi simili a quelli del 2019. A queste destinazioni si aggiungono Usa, Kazakhstan e India. “La Cina è ancora un punto di domanda – nota Sarnataro -, dovremo aspettare la primavera per capire se ritorneranno a viaggiare in Europa.  

Nicoletta Somma 

Tags: , , , , , , ,

Potrebbe interessarti