Digitalizzazione, intelligenza artificiale e social network sono oggi indispensabili per una promozione territoriale sempre più democratica, accessibile e senza confini. Destinazioni, attività esperienziali, network e gli hotel oggi decidono di promuoversi attraverso innovazioni tecnologiche di ultima generazione. Sempre più frequentemente oggi si legge di aziende approdate nel metaverso, ma cosa significa? Il termine viene impiegato per la prima volta nel 1992 da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk “Snow crash” per indicare un mondo virtuale in 3D popolato di repliche umane digitali.
Leva di business
“Il metaverso non esiste, è più corretto parlare di un multiverso con tanti mondi scollegati che vi gravitano. -afferma Simone Puorto, docente e founder Travel Singularity- Si tratta di realtà che hanno scelto una piattaforma per creare in sostanza un proprio gemello digitale che operi in un ambiente virtuale. È semplicemente una nuova scelta aziendale per scopi di business, le motivazioni che spingono verso questo processo sono dettati da puri scopi commerciali. Basti pensare che metaverso significa narrativa di realtà virtuale per il mondo Meta, mentre per Apple è sinonimo di realtà aumentata”.
Vetrina immediata
KKM Group ha inaugurato nel metaverso la Città del Turismo “L’obiettivo era quello di posizionarmi tra i primi in questo segmento, ora dobbiamo capire come evolverà questo processo. -spiega Andrea Cani, ceo KKM Group– Il progetto è stato realizzato con Confapi e Compagnia delle Opere, ora vogliamo accompagnare qui altre realtà, ad oggi contiamo 450mila iscritti e l’obiettivo è far sì che inizino a comunicare tra loro. Stiamo collaborando con l’Oltrepò Pavese e i Borghi più belli d’Italia, il metaverso si conferma un’ottima vetrina e poi è consultabile su tutti i device in maniera smart e immediata, non è necessario avere una formazione. È uno strumento per dare visibilità ai territori allungando anche lo spazio temporale delle attività”.
Spazio sì, anche per eventi
I dati di Euromonitor affermano che sempre più individui investono nella propria identità digitale. “La chiave sta nel capire come valorizzare nel metaverso le attività che si svolgono nella vita reale, è una nuova forma di monetizzazione. -dichiara Francesco Redi, founder e Ad di Twissen- Gli utenti hanno quindi la possibilità di continuare un’esperienza anche dopo che è terminata realmente, questo consente di mantenere un contatto prima, durante, ma soprattutto dopo un evento continuando a dare valore (non solo economico) a questa relazione. È tuttavia necessario avere una strategia e una visione per il metaverso per poi creare un piano di investimento su: tecnologia che posizioni il progetto, risorse umane che continuino a seguire progetti e conoscenza per valorizzare la propria azienda attraverso questo strumento”.
Il turismo rivoluzionerà il metaverso
La digitalizzazione è diventato un elemento imprescindibile, un nuovo modo di presentarsi al pubblico e il metaverso è un ulteriore tassello in questo percorso. “Il turismo giocherà un ruolo chiave perché rappresenta un settore ricco sempre di nuovi contenuti fatti di destinazioni, esperienze e prodotti. -afferma Aljoša Ota, direttore Ente sloveno per il turismo in Italia- A rischio magari di commettere qualche errore dobbiamo avventurarci in questo mondo, provando e poi migliorando, dobbiamo avventurarci in questo cambiamento. Rivoluzionerà l’approccio al mercato, sarà un nuovo modo di informare e fare esperienze che precedono quelle fisiche, ma che non sostituiranno mai il viaggio reale, anzi lo andranno a completare. Qualche mese fa, inoltre, abbiamo lanciato il progetto ‘I feel Slovenia NFT’: un codice univoco presente su card consente di caricare gratuitamente, nel proprio wallet, gli Nft, una sorta di souvenir certificati, unici e non replicabili come paesaggi, attrazioni, esperienze, video e foto per conoscere il Paese, sicuramente un ottimo e nuovo strumento di promozione della destinazione”.
E poi c’è il digital marketing
Indispensabile per posizionare al meglio una destinazione sul mercato e confezionare un’offerta in linea con la domanda. “Parlando di pubblicità non si può non parlare di digital marketing che rappresenta il 73% di investimenti in questo ambito ed è facile intuire quali siano i suoi ‘pro’. -afferma Luca Romozzi, direttore commerciale di Sojern– Innanzitutto è flessibile in quanto consente di cambiare strategie, poi è personalizzabile, elemento richiesto dal 71% dei consumatori anche se comporta la cessione dei dati da parte dell’utente, infine è misurabile, un fattore quest’ultimo fondamentale per raccogliere dati in maniera autonoma e su questi ridisegnare di volta in volta un prodotto”.
Sveva Faldella