Il ruolo dell’adv non si è esaurito

Dal problema di identità delle adv alla comunicazione del ruolo svolto, dal ritorno del consumatore nel punto vendita al suo bisogno di assistenza, ma anche una disaffezione da parte dei giovani verso il settore del travel. In molti si sono allontanati dal turismo e pensare che un tempo fare l’adv era il sogno di tanti. Adesso è ancora così? In che modo questo lavoro può recuperare il giusto appeal? Sono alcuni dei temi emersi durante il convegno che si è svolto in Bit, “Così cambia il ruolo dell’agente di viaggi”.

I salti del turismo

C’è però chi non ci sta con questa tesi. E’ Alberto Corti, responsabile Settore Turismo di Confcommercio, che fa subito una precisazione: “Perché dire che l’adv sta perdendo appeal verso certa domanda o professionalità. Il turismo ci ha insegnato che fa dei salti incredibili”. Corti fa un tuffo negli anni ’80, invitando la platea a ricordarsi che in quegli anni per esempio il prodotto crocieristico non ricopriva il ruolo che riveste oggi, “c’erano i villaggi, partivano i charter – dice -, guardiamo oggi come è il mercato crocieristico”. Il che ci porta a constatare quanto la domanda “si possa ricredere”.

Passando alla figura dell’agente di viaggi, Corti osserva che oggi viene vista “secondo degli stereotipi e non si considera che l’adv non è solo leisure, ma è anche bt, Mice, ha traffico etnico, medicale, scolastico, c’è spazio per diversi modi di essere, manca però una certa identità”, osserva.

E’ un momento imperdibile

C’è un altro aspetto su cui Corti invita a riflettere e cioè: “Quanti sono i gruppi giovani di adv all’interno delle associazioni di categoria? Ci sono nella ricettività (i Giovani albergatori) ci sono anche i Giovani ristoratori, il che è un modo per scambiarsi informazioni”. Invece, a suo dire, il comparto del travel soffre di “un appiattimento di identità. Eppure oggi è il momento in cui abbiamo l’occasione post-Covid di ripartire. Il turismo è consulenza ed è importante che comprenda qual è la sua motivazione reale, è un momento imperdibile”, perché “c’è più spazio per riproporsi, ma serve un ragionamento più ampio ed avere gli strumenti per l’analisi del mercato”.

Conti fa un’altra considerazione, legata al fatto che un tempo le adv entravano a far parte di un network “non per la commissione, ma perché si chiedevano che formazione mi fa? che tipo di strumenti mi dà?”. Oggi è ancora così?

Il ricambio generazionale

Secondo Domenico Pellegrino, presidente di Aidit, la questione del ricambio generazionale “non è un fenomeno nuovo, solo che oggi è più visibile. E’ un tema antico che ha subito un’accelerazione, ma non ci sono adv che sono rimaste immobili o inerti”, sottolinea il manager. Poi si toglie un sassolino, riconoscendo: “Mi fa rabbia quando sento dire ‘è l’epoca della digitalizzazione’, che invece è entrata nel mondo del travel grazie alla distribuzione. Basti dire che il Crs è entrato grazie al settore”.

Il tema salari

Pellegrino spezza un’altra lancia a favore del canale agenziale quando ricorda che negli ultimi anni le adv hanno dimostrato la capacità di “generare ricchezza all’interno delle imprese con un onere burocratico crescente. E’ un settore poco attrattivo per i giovani?”. A suo dire la risposta potrebbe essere nel fatto che l’impegno richiesto “non è commisurato spesso ai salari”.

Immediata quindi la domanda su quanto ammonti la paga base media. Non sono state date cifre, sono state fatte delle considerazioni. In primis, sempre Pellegrino ci tiene a far notare che“in questi mesi molte adv non hanno preso lo stipendio, ma hanno pagato i dipendenti. Il vero tema – afferma – è regolarizzare in modo nazionale. Abbiamo realtà regionali dove le regole non sono identiche”. La verità è che con “una bassa marginalità i salari non possono salire”. Un altro errore messo in evidenza dal manager è che si parla “di cuneo fiscale in modo indifferenziato in Italia, invece si devono considerare i diversi settori”, ammonisce.
Quanto al tema salari, fa un distinguo, affermando che “l’adv in quanto tale è un imprenditore. Se parliamo del dipendente di agenzia, il salario dipende da chi si sceglie come titolare. Ci sono aziende serie, serissime nella remunerazione”, ma fa anche capire che ci sono realtà che non lo sono altrettanto.

C’è bisogno del negozio fisico

La buona notizia è che il ruolo della adv, sulla scia di quanto visto in tanti Paesi, “non solo l’Europa – dice Pellegrino -, non si è esaurito. La pandemia ha generato il bisogno di questa consulenza”, ma a suo dire l’adv deve “cambiare il modello organizzativo che caratterizza la struttura economica dell’impresa italiana. Il nostro settore vede migliaia di micro imprese più o meno associate, raramente costruite intorno a modelli aziendali più evoluti che si vedono all’estero”.

Cosa garantisce il futuro? Pellegrino cita una pluralità di fattori quali “le economie di scala, la capacità di accedere alla tecnologia, avere il coraggio di uscire dalla logica del negozio. Ci sono pochi negozi con un occhio industriale, i consumatori vogliono questo processo”. Insomma il manager lo dice forte e chiaro: “Quello dell’adv non è un ruolo obsoleto, semmai non è conosciuto”. E questo è un altro tema dolente del settore. Il presidente di Aidit lo porta all’attenzione della platea, asserendo che c’è anche chi “ha prenotato tramite adv e non lo ha capito. Ci sono studi che dimostrano che c’è bisogno del negozio fisico all’interno di un processo tecnologico evoluto”, il famoso human to human. In pratica una “realtà evoluta a livello imprenditoriale abbinata alla tecnologia”. Poi un dato, “il 73% dei Millennials preferisce l’acquisto nello store fisico perché ne riconosce il valore”.

Il contesto europeo

E’ possibile fare delle comparazioni tra il nostro modello di adv e quello presente nel mercato europeo? Dal canto suo Gabriele Milani, che è direttore Fto, ma anche deputy chairman tourism committee di Ectaa, si sofferma proprio sul ruolo di Ectaa, cioè “l’insieme delle associazioni europee delle adv che interagisce con l’Unione Europea”. Una esperienza, quella di Ectaa, che “arricchisce molto”, dice Milani, ma non solo, porta anche a constatare che “i problemi che viviamo all’interno del Paese, alla fine valgono per tutti. Poi è utile anche per apprendere le best practice”.

Milani si sofferma anche sul valore dato dalla possibilità di realizzare dei progetti insieme. Ad esempio sul tema sostenibilità Fto ha partecipato al progetto Sustour e l’Italia “è stato il Paese che ha fatto aderire il maggior numero di imprese”.

C’è da dire anche che in Europa “vengono scritte tutte le regole che poi vengono applicate da noi. Una è la revisione della direttiva pacchetti, l’altra è la revisione del regime del margine, l’Iva delle adv – spiega Milani -, due discorsi che, se non si monitorano nel loro percorso, poi cadono sulla testa. Lavorare in gruppo, quindi, permette di fare un lavoro preciso per il futuro”. Non solo, c’è da considerare che “in Europa girano tanti soldi – fa presente Milani -, poi c’è il grande lavoro sulle competenze e il ruolo delle associazioni è aiutare le imprese a stare al passo con i tempi”.

L’equazione vincente

Quanto al ruolo dei giovani “nel nostro mondo vedo tanta positività”. Milani ricorda che il Master sul turismo di Fto è alla 11esima edizione. L’equazione è chiara: “Se investi, fai conoscere ciò che fai, porti i ragazzi nelle aziende e dai lavoro è sinonimo di successo. Adesso lo vogliamo fare con le scuole”. Fto, infatti, ha attivato una collaborazione con il sistema degli Its in quanto “non tutti vogliono fare l’università e c’è tanto bisogno che arrivi forza lavoro”. A suo dire si deve “parlare di turismo organizzato, la parte alberghiera e della somministrazione hanno una forte presenza, ma il turismo organizzato? Dobbiamo raccontarlo quanto è bello questo lavoro”.

Riappropriarsi della professionalità

Come vede il futuro delle adv Giuseppe Ciminnisi, presidente facente funzioni Fiavet Nazionale? E’ ottimista in quanto vede “i giovani in modo diverso, più propensi alla conoscenza. In Bit ho incontrato gli studenti, hanno posto delle domande sul nostro lavoro. I giovani ci sono e hanno la volontà di scoprire il settore. Dopo la pandemia, c’è stata la guerra e molte adv che lavoravano con la Russia, l’Ucraina, l’Est Europa, ora sono in seria difficoltà. Però c’è un ritorno del consumatore in adv, che vuole essere assistito. Così come c’è chi ci organizza i matrimoni, c’è anche chi ci accompagna in un momento della nostra vita che ci serve per riposarci. Oggi il turismo deve essere visto come conoscenza”, dice. Il ragionamento che fa Ciminnisi è chiaro: “Se non è l’adv che lo propone, il cliente come fa a sapere ciò che si deve vedere? L’adv deve quindi riappropriarsi della propria professionalità, vendere il turismo, farsi conoscere”.

La scrivania con doppio schermo

I tempi sono cambiati, lo si sa. Lo dimostrano anche i layout delle agenzie. “Prima c’era il banco dietro il quale stava l’agente di viaggi, ora c’è una scrivania con doppio schermo per far vedere il viaggio prima dell’acquisto e questa è innovazione – dice Ciminnisi -. Noi siamo stati i primi ad essere tecnologici”, afferma, come sprone al settore.

Stefania Vicini

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