Il futuro della distribuzione alberghiera: cosa cambierà nel 2023? Alcuni esperti di settore si sono confrontati sul tema e sono giunti alla conclusione comune che la distribuzione non cambierà significativamente nel corso del prossimo anno. Il tema è stato oggetto di dibattito durante la settimana di Fitur, quando alcuni rappresentanti del comparto turistico si sono confrontati con Juanda Núñez, redattrice e fondatrice di Smart Travel News. Ad intervenire Pablo Delgado, managing director e ceo Ame di Mirai; Patricia Rosselló, fondatrice e ceo di Roibos; Martín Aleixandre, cco di Fuerte Group; Mariona Bragulat, sales senior director per Spagna e Portogallo Amadeus e Miguel Trías, senior industry manager per i viaggi di Google.
Tra fidelizzazione e costi di distribuzione
Ad aprire il confronto Pablo Delgado, di Mirai, che non si aspetta che il paradigma della distribuzione cambi in modo significativo entro il 2023. Tuttavia, è convinto che gli hotel abbiano molto lavoro da fare, in particolare in termini di fidelizzazione e costi di distribuzione, poiché saliranno alle stelle e gli albergatori non ne sono pienamente consapevoli.
Il cco di Fuerte Group, Martin Aleixandre, ha parlato di vendite ed ha dichiarato: “Vediamo una ripresa delle vendite dirette causata dalla pandemia”, contrariamente a Delgado, Aleixandre percepisce dalla sua posizione in Fuerte Group che i costi di distribuzione sono diminuiti rispetto al 2019, “ora potremmo essere formati meglio e abbiamo una tecnologia migliore che semplifica il nostro lavoro”, ha sottolineato.
Per quanto riguarda la fidelizzazione dei clienti, Delgado è stato piuttosto diretto, affermando: “Se non ho un contatto contattabile, è inutile”. Parlando del futuro della distribuzione e del 2023 anche lui non prevede “grandi cambiamenti o grandi rivoluzioni”.
Il canale b2b
A spostare l’attenzione sulla differenziazione della distribuzione è Patricia Rosselló, fondatrice e ceo di Roibos. “C’è il b2b e c’è il b2c. Nei canali distributivi b2b osservo un cambiamento significativo nell’approccio – ha detto -. Nel mondo b2b, dove tradizionalmente ci sono stati molti intermediari, stanno emergendo molte piattaforme, marketplace di distribuzione che offrono trasparenza. Questi nuovi mercati sono democratici, puoi scegliere le regole del gioco e sai con chi stai lavorando. Propongo di rivoluzionare i costi del b2b per una distribuzione più economica”.
Nel frattempo Mariona Bragulat, sales senior director per Spagna e Portogallo di Amadeus, si è soffermata sulla tecnologia utilizzata dagli hotel: “Vorrei allontanarmi dal termine costi e discutere invece di investimento: investimento in dati e in tecnologia all’avanguardia, comprensione del percorso del cliente – ha detto -. Ci sono tanti player e tanta tecnologia, è importante che gli albergatori (dalle grandi catene agli appartamenti per le vacanze) sappiano che piattaforme ci sono”.
L’impatto di Google nel settore
E Google cosa ha fatto in questo periodo? “Il nostro metamotore di ricerca è cresciuto molto – ha detto Miquel Trías, senior industry manager for travel di Google -. Durante la pandemia, siamo stati in grado di adattarci alla domanda abbassando le barriere all’ingresso, in modo che qualsiasi hotel possa essere integrato nel nostro motore di ricerca e in modo che l’utente abbia a disposizione l’intera offerta”.
Parlando dell’impatto che Google ha avuto sul settore, Pablo Delgado ha messo in evidenza un dato di rilievo e cioè: “Ha l’84% della quota dell’intero metasearch. Devi esserci a ogni costo, visto che è leader nel mondo Occidentale (Europa e Stati Uniti), anche se ce ne sono altri come Tripadvisor”. Sul tema distribuzione, Delgado non è favorevole “alla distribuzione aperta, ma limitata. È conveniente aprire solo se è a un costo inferiore. Piuttosto che pensare ai canali, consiglierei di pensare al pubblico che voglio raggiungere e agli obiettivi”, ha asserito.
Dal canto suo Aleixandre sostiene che “più partner hai, più difficile è controllare, ma il rischio di non averli può essere peggiore”. Secondo Rosselló si deve “avere un piano B, se un’azienda come Booking mi alza il prezzo dal 15% al 20%, io sostengo la diversificazione e la distribuzione”.
In tutto ciò che ruolo ha l’intelligenza artificiale? Secondo Trías aiuta il cliente a concentrarsi sulla redditività e sul ritorno. “Con i modelli predittivi, possiamo prevedere il tasso di cancellazione. Oggi gli hotel possono essere più redditizi e acquisire più vendite”.