Il travel punta sul marketing di affiliazione

Secondo Travelpayouts, la ripresa dell’affiliate marketing – partnership tra un’azienda e uno o più affiliati che promuovono prodotti o servizi in cambio di una commissione – nei viaggi è superiore rispetto ad altri settori industriali. La piattaforma di partnership digitale ha infatto confermato che lo spazio del marketing di affiliazione nel settore dei viaggi si è ripreso più rapidamente dopo il biennio pandemico.

Commissioni raddoppiate

Nel caso di Travelpayout, ciò ha significato che nel corso del 2022 i pagamenti ai creatori di contenuti sotto forma di commissioni da parte dei brand di viaggi per i lead che hanno generato prenotazioni sono raddoppiati. La più cospicua commissione una tantum è stata di 2.209 dollari, a fronte di una prenotazione hotel per 36.100 dollari tramite un sito web affiliato. La forte crescita di quest’anno porta a 40 milioni di dollari il totale versato ai creatori di contenuti da quando, nel 2012, il marchio ha deciso di offrire ai creatori di contenuti l’accesso a strumenti esclusivi e ai migliori programmi di affiliazione di viaggio.

Interesse in aumento

Nel frattempo, la piattaforma ha registrato una forte crescita nel numero di player del settore dei viaggi, con oltre 100 marchi leader che ora utilizzano la piattaforma, e allo stesso tempo un maggiore interesse da parte degli affiliati, che ora hanno superato il traguardo dei 360mila.

Nel corso del 2022 Travelpayouts ha notato due particolari aree di crescita: la prima è stata quella dei tour e delle attività, dove la ripresa è stata più forte e rapida; la seconda è stata quella dei servizi di abbonamento, con l’ingresso di un maggior numero di operatori nel mercato e la gestione di volumi in rapida crescita.

I principali marchi di viaggi che collaborano con Travelpayouts includono Booking.com, Hilton, Oyo, Expedia e Get Your Guide.

Efficacia compresa

“Abbiamo assistito a una ripresa più forte rispetto al settore in generale – commenta Ivan Baidin, ceo di Travelpayouts -. Riteniamo ciò sia dovuto al fatto che sia i marchi sia i creatori di contenuti hanno iniziato a comprendere realmente l’efficacia dei ricavi aggiuntivi che si possono ottenere con uno sforzo relativamente basso”.

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