Un panel che rappresenta l’Italia, che è “bellissima, ma completamente diversa e il mondo degli eventi è lo stesso, sono tutte esigenze diverse”. E’ la riflessione che fa Nicola Testai, vicepresidente Federcongressi&eventi e a.d. Oic Group, intervenendo al convegno sul Mice che si è svolto in Bit. Il manager analizza i relatori sul palco e ne vede rappresentata la fotografia dell’Italia degli eventi. Bella, bellissima, ma oggi si è di fronte alla necessità di “dare qualcosa di più. L’esigenza di alzare il livello dell’esperienza e della qualità richiesta è importante”. Però c’è anche una difficoltà ulteriore, visto che la pandemia “ha portato via una manovalanza mostruosa e alcune figure che ancora non erano fidelizzate nel nostro settore”, afferma, sottolineando che “manchiamo del ricambio generazionale nel middle management”, che ha un ruolo importante in quanto sta a fianco del fondatore dell’azienda, comunica e deve formare il team con standard altissimi”.
Manca una scuola del Mice
Non solo, Testai pone sotto i riflettori anche un altro tema e cioè che “in Italia non abbiamo una scuola del Mice, perché la scuola è l’imprenditore, il fondatore stesso. Oggi stiamo andando oltre il fondatore, c’è un nuovo ricambio e il middle management è quello che deve trainare, invece in questo momento manca. Quindi per soddisfare le esigenze del cliente si devono aumentare le infrastrutture e i servizi, mantenendo un pricing buono e alzare il livello delle competenze con persone formate, competenti e abili”. Il manager riconosce che “ci sono scuole ed educatori nel nostro settore, ma siamo sempre noi”, invece bisognerebbe affidarsi a “persone diverse perché se no non trasmettiamo competenze nuove, mentre il cliente ne ha bisogno”.
Investire in modo trasversale
Dovendo organizzare un evento di alta gamma, da dove si parte? Secondo Stefano Giaquinta, ceo & chief experience officer Mutika, l’alta gamma non necessariamente va applicata al segmento lusso, per lui alta gamma è “preparazione e professionalità e vale per qualsiasi segmento. La formazione è la chiave dell’alta gamma, perché l’esperienza del Paese Italia è tutto ciò che ruota attorno dal momento in cui si arriva in loco e va applicata a tutti i livelli”, afferma il manager, concordando con il pensiero di Testai.
Per Mutika è fondamentale “l’engagement in azienda, non bastano lo stipendio, l’orario flessibile, ci vuole altro come la condivisione di valori, formazione, coinvolgimento, chi entra in azienda deve sentirsi a casa. E’ necessario investire oltre il core business. Nel nostro caso abbiamo deciso di supportare il Teatro alla Scala, siamo un abbonato corporate, abbiamo un nostro palco”. Il motivo è condividere con il team aziendale dei valori e la scelta della Scala è dettata dal fatto che è “tradizione, storia, ma anche innovazione, è direttore d’orchestra come lo siamo spesso noi nell’ambito di un evento – afferma il manager -. Noi aziende dobbiamo iniziare ad investire in modo trasversale in modo che i nostri collaboratori rimangano nel settore perché si sentono parte del nostro settore”. Rientra in quest’ottica anche la scelta di chiamare un viaggio che l’azienda ha appena organizzato, company incentive trip, perché in questo caso “non c’è stato un incentive che ha richiesto una qualificazione per l’evento, ma abbiamo portato tutti i membri della azienda per far vivere in primis l’esperienza di essere dall’altra parte. Sono stato io ad occuparmi dei miei ragazzi per far vivere loro quello che di solito organizziamo per i nostri clienti – racconta -. E’ molto importante avere un team member dall’altra parte a vivere emozioni”, in quanto dà un valore diverso, una maggiore preparazione ed engagement.
Le eccellenze da valorizzare
Questi i suggerimenti sul come fare, su ciò che manca e su ciò che sarebbe importante sviluppare alla base di un evento, ma poi c’è anche la location. E allora la domanda che viene posta è se può un luogo che non è destinato ad essere una sede convegnistica o congressuale diventare volano di ricadute sul territorio? “E’ possibile e dobbiamo farlo”, afferma convinta Gabriella Ghigi, founder Meeting Consultants, che non pensa solo alle strutture, ma pensa a tutte le risorse di cui siamo in possesso, il che vuol dire “cultura, paesaggio, arte, enogastronomia. Noi del Mice valorizziamo poco l’eccellenza del cibo che abbiamo – afferma -, per esempio il sito del centro congressi di Edimburgo sulla homepage riporta i piatti, invece se vado su un sito di un centro congressi italiano quasi nessuno mette il cibo sulla homepage. Tutte le eccellenze che abbiamo avuto possiamo metterle a sistema ed è il lavoro che stanno facendo i Cb”. Un esempio concreto che fa la manager è quello di Promoturismo Fvg, che ha fatto “accordi con le compagnie crocieristiche che arrivano a Trieste, per portare la città sulla nave, oltre che portare i turisti della nave in città”, ovviamente con le escursioni, ma anche con “uno showcooking di cucina triestina fatto sulla nave ferma in porto”. Il suggerimento è chiaro, nel progettare gli eventi, qualunque essi siano (congressi medici, convention, viaggio incentivi), ci sono molte opportunità per “declinare i beni avuti in dono, ma non è automatico, c’è un passaggio che spesso manca e che fa il Cb, che mette a sistema tutto, facendo in modo che la risorsa possa diventare un prodotto turistico che vale anche per gli eventi”. Un altro esempio è “l’incentive durante Barcolana. E’ una cosa esclusiva, speciale”, che non tutti possono organizzare.
Un altro modo per condividere valore è quello di “lasciare il luogo dove si è svolto l’evento, più bello di come lo si è trovato”, suggerisce Giaquinta. L’esempio che il manager fa è la cena di gala che è stata organizzata alle Terme di Caracalla e per l’occasione è stato restaurato un pavimento romano.
Cosa si dice all’estero?
L’Italia eccelle per risorse e potenziale, ma come ci vedono all’estero? “Bene, sempre meglio – dice Mario Cardone, business development & co-founder Autentico Hotels -, Siamo abituati ad essere visti bene. Siamo i più desiderati e sognati nel turismo individuale ed abbiamo un potenziale per diventarlo anche sugli eventi”. Si sa che le esigenze sono cambiate, si devono creare esperienze e l’Italia in questo ha il suo potenziale, “l’auspicio è che possiamo ambire al primato che già abbiamo nel turismo individuale”.
Digitale, presenza, o ibrido?
La pandemia e i due anni alle spalle hanno portato ad un uso della tecnologia più diffuso, ad una riorganizzazione del mondo degli eventi in ottica digitale con tutti i pro e i contro del caso, ma si tornerà a fare eventi online per ovviare ai costi oppure diventeranno ibridi? “Io sono fautore degli eventi in presenza perché c’è una cosa fondamentale che non può essere trasmessa con il digitale: il contatto con le persone – commenta Luca Corsi, event manager Vorwerk Folletto -. Secondo me il futuro continua ad essere l’evento in presenza”. Certo la pandemia ha accelerato alcune modalità e “il mondo digitale è entrato di più negli eventi”, il manager riconosce che “ci potranno essere eventi ibridi o dei meeting che prima erano fatti in presenza e ora sono da remoto, ci potrà essere sicuramente un riassetto”, ma a suo dire “quando si parla di Mice è solo in presenza”, questa è la sua tesi, “che non viene confutata dai fatti”.
Semmai il problema del settore è legato alla “consapevolezza della costruzione dell’evento che è sempre meno compresa a tutti i livelli della filiera, invece per fare un evento di qualsiasi livello c’è dietro un grande lavoro”.
Un altro tema è legato alla mancanza di “interesse sui giovani per questo lavoro”, che sono più attratti da altro, dalla comunicazione digitale, televisiva.
Sui temi su cui puntare, Corsi dice sì alla valorizzazione del cibo, ma sottolinea che ci sono “anche altre eccellenze”. Infine, lancia un appello: “Non vorrei più sentir dire quando si parla di budget, che si devono recuperare i due anni in cui siamo stati fermi”. Alla domanda su quanto la sua azienda spenda per i grandi eventi, nessuna cifra è stata comunicata, se non: “Siamo alto spendenti, muoviamo tendenzialmente 5-6-7mila persone l’anno suddivise in vari eventi, tra meeting, convention, viaggi incentive come si facevano una volta. I nostri budget sono molto alti”.
Infine, “alta gamma è anche organizzare eventi sostenibili”, fa presente Ghigi, chiudendo il cerchio e poi ci sarebbe anche un altro segmento che ben si sposa con quello del Mice, sono i matrimoni, con il fenomeno del destination wedding che cresce sempre più. La filiera per molti aspetti coincide, è per questo che Carlotta Ferrari, presidente Convention Bureau Italia, lancia l’idea di “includerlo all’interno del mondo Mice”.
Stefania Vicini