Gli incentivi statali penalizzano i “grandi”

Nonostante il post Covid, la guerra in corso, l’inflazione e la conseguente diminuzione dei consumi, siamo positivi sull’andamento del settore turistico”. A parlare, in occasione del summit alberghiero Pambianco, è Bernabò Bocca, presidente Sina Hotels e Federalberghi, che aggiunge: “I numeri sono positivi e nel 2023 vorremmo superare i dati 2019, in particolare grazie al turismo statunitense e ci auguriamo di riaccogliere presto il Far East”. Le aziende, però, devono perseguire l’obiettivo dei ricavi e non delle presenze, secondo Bocca, proprio perché l’Italia è un contenitore piccolo e bisogna quindi scegliere i turisti da accogliere, privilegiando quelli con alta capacità di spesa.

Ampliare i punti d’attrazione

L’Italia è riconosciuta in campo internazionale per 5 o 6 location definite top destination ed è li che stanno investendo i top player internazionali, ma “lo sforzo deve essere quello di far conoscere a italiani e stranieri la bellezza del territorio. Ci sono oltre 2mila camere super lusso in apertura nei prossimi anni a Roma, ma vorremmo vedere investimenti anche in altre piazze”.

Gli esclusi dagli incentivi

Come associazone di categoria Federalberghi cerca di accompagnare gli hotel in forma di aggregazione, “ma poi crescendo a livello dimensionale si viene tagliati fuori da finanziamenti e incentivi nazionali – commenta Bocca – e questo è un controsenso. Comunque la via dell’aggregazione va perseguita, anche solo in campo commerciale va fatta e le amministrazioni locali devono essere più flessibili sulle richieste di cambio d’uso”. In qualità di presidente di Sina Hotels, Bocca ha ricordato che il gruppo è molto patrimonializzato, con 11 alberghi di proprietà e la strategia di sviluppo prevede di crescere in modo sostenibile con prodotti omogenei ai nostri hotel. Siamo aperti sia all’acquisto di altri immobili sia in termini gestionali per poter crescere a ritmi rapidi”. Sina Hotels ha due alberghi in partnership con Marriott, attraverso il marchio Autograph ideato per gli alberghi individuali e che permette di accedere a mercati lontani. 

Le barriere culturali

Sul tema degli incentivi di governo si è spesa Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi, spiegando che tra le problematiche c’è il fatto che i piccoli imprenditori che con grandi sforzi e fatica sono voluti crescere “si sono poi trovati penalizzati. Bisogna abbattere la barriera culturale che non aiuta il grande – ha affermato -. Per quanto riguarda la parte di real estate, insita negli investimenti immobiliari, abbiamo compreso come Confindustria Alberghi che dovevamo accompagnare le imprese e essere dei facilitatori. Per questo insieme a Ice, Cdp assicuriamo la nostra presenza all’International investment forum, evento che ha aiutato gli associati a creare link importanti”.

Per quanto riguarda il trend degli investitori internazionali, “le destinazioni classiche sono sempre in cima alla lista, basti vedere Roma che negli ultimi 2 anni ha visto 15 aperture, ma notiamo interesse anche per altri territori su progetti di nicchia come in Puglia, Sicilia, Umbria”. Confindustria Alberghi ribadisce poi l’importanza della contaminazione dei vari settori per seguire il cambiamento e svilupparsi. Un accenno anche al Pnrr, che dà poche risorse se si pensa che in Italia sono stati fissati 2 miliardi contro i 25 della Spagna. “Questi numeri andrebbero rivisti entro la scadenza del 30 aprile”.

Laura Dominici

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