Andrea Mele, vicepresidente vicario di Astoi, non ci sta e vuole mettere i puntini sulle “i”. In particolare sente il bisogno di fare un distinguo tra ciò che vuol dire, e quindi comporta, prenotare un viaggio e ciò che invece è la semplice prenotazione di una camera di albergo. L’occasione per fare questa riflessione è legata alla sua partecipazione, quale relatore, ad un recente convegno sul turismo digitale.
Facciamo un distinguo
“Il più delle volte sento parlare di viaggi, ma in realtà stiamo parlando della camera d’albergo. Il viaggio è un’altra cosa – afferma Mele -. Anche nel pagamento digitale una cosa è pagare una camera, un’altra è pagare un viaggio da 15mila euro, in tal caso non penso che il problema sia se ci vogliano trenta secondi o un minuto e mezzo. Nel senso che troppo spesso si confonde il viaggio con il prenotare la camera. Sono due cose diverse, molto diverse che rimarranno tali”, ribadisce.
Infatti, il discorso della velocità di prenotazione e delle aspettative che ha l’utente finale oggi, abituato ai tempi di attesa ridotti dell’e-commerce, influenzano il suo comportamento d’acquisto anche nel caso della vacanza, portandolo ad attendersi tempi sempre meno lunghi. Se questo può valere in alcuni casi, come ad esempio una prenotazione alberghiera, non può essere la stessa cosa per un viaggio più o meno articolato. Proprio per questo “l’adv fisica ha un suo perché. Ricordiamoci che dieci-quindici anni fa si diceva che le adv avrebbero chiuso, non è bastata neanche la pandemia, e questo perché un viaggio è un’altra cosa, è un insieme di tanti elementi diversi che solo un t.o. capace è in grado di mettere assieme”. E il manager ne è così convinto che, forse un po’ per provocazione un po’ per stimolo, afferma: “Io aspetto di vedere se l’intelligenza artificiale ce la farà da sola, ma ho forti dubbi”.
Un lavoro complesso
L’invito che Mele fa è che, quando si parla di turismo, si “differenzi il viaggio dalla vacanza in albergo, perché per me chi prenota su Expedia un volo più albergo non prenota un viaggio e se pensassi che lo prenota, sbaglierei, perché allora vorrebbe dire che è tutto facile, mentre in realtà è tutto complicato”.
Nel senso che il lavoro del tour operator, così come quello dell’adv in maniera diversa, è un lavoro “molto complesso e io stesso non saprei spiegare quanto e come sia difficile, solo lavorandoci e capendo dall’interno” i meccanismi ci si può effettivamente rendere conto. Da qui l’importanza della formazione delle proprie risorse interne, asserisce Mele, ma di questo parleremo in un’altra occasione.
Stefania Vicini