“La prossima sfida è allargarci all’estero“. Parola di Marina Pasquini, presidente di Italy Family Hotels. Il consorzio, nato nel 2001 per volontà di cinque donne (e mamme), raggruppa oggi 135 strutture indipendenti e si pone come punto di riferimento nel segmento famiglie.
Le origini e gli obiettivi
L’idea trova le sue radici nel passato di Pasquini, albergatrice da quando aveva 19 anni e che dal 1981 si è occupata della gestione dell’Hotel Belvedere di Riccione. E’ sua l’intuizione del bambino gratis ogni due adulti, in un’epoca in cui i piccoli non avevano le stesse attenzioni di oggi. Man man si affiancano all’iniziativa i servizi, dalla biberoneria al pediatra 24 ore su 24. “I bambini creano fedeltà – racconta la manager -, sono loro a riportare le famiglie. Oggi miriamo a essere il primo brand italiano con strutture per bambini – sottolinea Pasquini -. Al nostro interno non ci sono catene, ma alberghi indipendenti, anche blasonati, come il Cavallino Bianco di Ortisei”. Il futuro non guarda solo all’estero, ma anche alle regioni italiane in cui la presenza è meno “massiccia”, dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Toscana.
Perché scegliere il consorzio
“Il turismo per famiglie è un driver per diventare destinazione – commenta Stefano Cerutti, direttore del Mirtillo Rosso Family Hotel di Monte Rosa, Riva Valdobbia (VC) e consigliere di Italy Family Hotels -. E’ importante avere un consorzio che strutturi ciò che da soli non si può fare: la ricerca, il pensiero condiviso con i soci che produce qualità e accoglienza“.
E la qualità delle strutture è certificata: “Lo fa il consorzio – spiega Cerutti -, con Bino, la mascotte che cataloga gli hotel in una scala che va dal 3, il livello di ingresso, fino al 5 plus. La nostra missione è l’aggregazione, unendo risorse per fare marketing, promozione e commercializzazione. Dal 2017 al 2022 il numero di contatti è cresciuto esponenzialmente, ma non sottraiamo clientela l’uno all’altro”. Attualmente le regioni con la maggiore presenza sono Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Una buona fetta del traffico è legata al contatto telefonico: “Con questo canale facciamo il 40% delle nostre vendite – analizza Cerutti -. Certo nel corso degli anni all’interno del turismo family si sono svluppati micro-target: infant, baby, junior”.
Gli investimenti e il target
Nel periodo 2018-2022 il budget investito, principalmente in comunicazione online, è stato pari a 1,7 mln di euro; di questa cifra, è di 200mila euro la quota di fondi pubblici intercettati. Il buget extra investito è cresciuto dell’11,7%. Il budget annuo è di oltre 500mila euro: viene ripartito in attività promozionali dirette online e offline (oltre il 60%), supporto e sviluppo soci (circa 25%) e il restante nelle attività di gestione
La famiglia tipo di Italy Family Hotels ha per l’80% dei casi uno o due bambini ed è prevalentemente italiana (85%); la quota straniera è rappresentata principalmente da mercati di prossimità, come Germania, Austria e Svizzera. I bambini hanno per il 60% un’età compresa tra 3 e 8 anni, ma è buona la percentuale di famiglie con piccoli da 0 a 3 anni e con adolescenti tra i 10 e i 14 anni. A scegliere il consorzio sono per lo più donne nella fascia compresa tra i 35 e i 44 anni.
Nicoletta Somma