Inclusiva, partecipata, aperta. E’ così che Giuseppe Ciminnisi vede la “sua” Fiavet, quella Nazionale, di cui è stato eletto presidente. Sarà in carica fino al 2028. Una Fiavet che necessita un rinnovamento e al neo presidente l’innovazione piace, così come la tecnologia e il confronto con le nuove leve, con i giovani, che ritiene essere una risorsa a cui dare valore.
Un sindacato datoriale
Alcune priorità di mandato le ha già comunicate. Adesso, tra le prime intenzioni, c’è quella di “pensare la federazione come un sindacato datoriale, cioè riportare Fiavet nel suo territorio, quello del sindacato di categoria a garanzia delle adv. Ho chiesto un incontro con i vertici di Confcommercio per fare il punto. Con la pandemia si sono create delle libere associazioni di adv, dove c’è più un discorso commerciale, mentre il nostro è sindacale”, precisa il presidente.
Un altro punto in cui crede molto è quello di “creare un rapporto sul territorio con le regionali, un rapporto di sinergia – dice -. Fiavet nazionale esiste perché esistono le regionali, che a loro volta esistono in quanto esistono gli associati. Se le regionali si sentono seguite e sono a conoscenza di ciò che fa il nazionale si può continuare a crescere”. Ad oggi le regionali sono 17, perché ci sono tre casi in cui due regioni sono accorpate (Fiavet Abruzzo Molise, Fiavet Campania Basilicata, Fiavet Emilia Romagna Marche, ndr).
Il valore della comunicazione
Il messaggio è chiaro, la comunicazione per Ciminnisi “è fondamentale”, come lui stesso afferma, è un ambito su cui intende investire. “Il principio comunicativo è alla base, tutti devono sapere cosa fa il nazionale, così come si devono seguire le regionali che hanno bisogno di assistenza”. Alla domanda se in passato ci siano state delle lacune in tal senso, a suo dire è un “dialogo che ha bisogno di essere rinforzato”.
La formazione è l’altro campo su cui intende concentrare la sua attenzione e che Ciminnisi “manderà avanti tra i primi”. Una formazione ad ampio spettro, come si confà ai tempi, amministrativa, relativa al rapporto con la clientela, sulla gestione, ma anche sui canali social, “perché non dobbiamo rimanere indietro, bisogna mirare all’aggiornamento tecnologico delle adv, sfruttare i fondi destinati alla digitalizzazione, che è il futuro – osserva -. Abbiamo vinto un progetto con il fondo Forte di circa 200mila euro, che stiamo mettendo in atto per la formazione. Abbiamo dei progetti aperti”. A tal proposito menziona i webinar che sono previsti sulla formazione legale, contabile, per la gestione, “visto che le adv hanno un regime ad hoc, 74ter, ma anche la formazione sull’innovazione tecnologica”.
Il Ccnl da rinnovare
C’è poi un altro punto che è sicuramente importante ed è legato al fatto che Fiavet è firmataria del contratto collettivo nazionale del lavoro, “che è scaduto e va rinnovato. Il presidente precedente, Ivana Jelinic, aveva iniziato già i primi rapporti”, ma poi la pandemia ha portato inevitabilmente l’attenzione su altre urgenze e adesso si tratta di riprendere i fili di certi discorsi, come il Ccnl.
Un ruolo ai giovani
Come sarà l’era Ciminnisi? Ci saranno particolari discontinuità rispetto alle politiche portate avanti fino adesso da Fiavet? Il presidente afferma che “quanto al programma siamo in continuità. Abbiamo apportato dei rinnovamenti all’interno della giunta, inserendo anche dei giovani, sono agenti di viaggi che fanno parte di Fiavet, che abbiamo portato all’interno del gruppo dirigenziale perché sono più attivi, aperti alle tecnologie e questa marcia in più dobbiamo metterla all’interno del sistema”. Il gruppo giovani ha un rappresentante per regionale. In totale sono 17.
I temi che gli stanno a cuore sono tanti, sicuramente la lotta all’abusivismo ed anche il turismo scolastico, un settore che conosce molto bene. Qualche passo avanti era stato fatto, si era arrivati all’incontro tra le associazioni di categoria e Mitur, Miur, Mef. Poi è caduto il governo e ciò che si auspicava che potesse essere preso in considerazione non è avvenuto, come nel caso della riforma del codice appalti che “non ha tenuto conto della situazione, allo stesso modo stiamo lavorando per ristabilire il tavolo permanente di lavoro sul turismo scolastico”, altro passo avanti che era stato fatto e che ora va di nuovo ricostruito.
Il motto
Quante sono ad oggi le adv aderenti a Fiavet? Sono 1500 su 7mila, pari al 21,5% delle adv italiane. Alla domanda su cosa intenda far leva per incrementare le adesioni, il presidente risponde così: “Mi auguro di fare l’operazione che ho fatto in Sicilia. Quando sono stato eletto presidente di Fiavet Sicilia c’erano 22 adv, oggi sono 170. Come ho fatto? Con l’ascolto – dice -. Ascoltando il territorio. Io rispondo al telefono a tutti ed ho un motto, ‘Insieme possiamo farcela’ e con questo motto concludo sempre le mie lettere perché penso che lavorando insieme si divide la fatica e si ottiene un prodotto superiore”. A suo dire durante la pandemia non si è vista tutta questa unione, l’auspicio è che “tutte queste associazioni che sono nate si rendano conto che Fiavet esiste da 60 anni e frutterebbe di più collaborare piuttosto che procedere in opposizione”.
Ritornando ai numeri, l’obiettivo di crescita in termini di adesioni non è stato associato ad un target numerico prefissato, “prima devo conoscere bene il territorio – motiva il presidente -, dimostrando il lavoro che facciamo”. In questi sessant’anni di vita i commenti su Fiavet non sono sempre stati positivi. Ciminnisi è in Fiavet dall’87 e con molta franchezza afferma: “Non mi sento di criticare le adv che criticano Fiavet. Io stesso prima della gestione Jelinic, a cui dobbiamo il fatto di averla risollevata a livello di visibilità e di rapporto, e prima della gestione di De Ria, non avevo mai parlato con il presidente di Fiavet”, lasciando intendere ad una gestione un po’ ingessata, più distante, invece, “i due mandati che mi hanno preceduto hanno rafforzato il dialogo, è diventato un rapporto umano, diretto. Tra la base e le regionali dobbiamo proseguire su questo filone, cercherò di fare del mio meglio”, è la sua promessa.
L’andare assieme
Disponibilità, dialogo, presenza, ascolto, umanità e vicinanza sono alcune delle peculiarità che trapelano di Ciminnisi. Il suo modo di raccontare e di raccontarsi portano a vederlo un po’ come il papà delle adv. Una definizione che gli piace, che accoglie sorridendo e che si sposa bene con il suo essere aperto, con il suo non voler porre barriere o distanze, ma mostrando un attaccamento forte al settore. “Non mi interessa il titolo, ma il lavoro, l’adv che si rivolge a me perché in me vede una persona che la può aiutare”. Gli interessa il “principio fondamentale del benessere della categoria” a cui deve tendere la pluralità di associazioni presenti. “Io sono per l’andare assieme“, dice, non condividendo la politica del procedere separatamente.
E le adv, come le vede? “Se si aggiornano e si adeguano ai tempi penso che non avranno problemi, ma se rimarranno ferme al pre-pandemia o a 20 anni fa, non vedo un futuro”, dice chiaramente. Il dato positivo è che “c’è un ritorno in adv. I consumatori desiderano viaggiare sicuri, rivolgersi ad una adv che lo garantisca prima, durante e dopo il viaggio”.
Stefania Vicini