Visit Emilia e la forza di tre province

Un avvicinamento ai numeri del 2022 ed una strategia che promuove l’Emilia come terra dello Slow Mix. Ne parliamo con il presidente di Visit Emilia, Cristiano Casa, che racconta le nuove iniziative e le sinergie con il territorio.

Gv: Presidente, Visit Emilia include il territorio di un’area vasta (Parma, Piacenza e Reggio Emilia) e i cluster sui quali state concentrando l’attività di promozione vanno dall’enogastronomia al patrimonio artistico-culturale, fino al turismo slow. Su quali temi vi concentrerete maggiormente quest’anno?

“Continueremo a promuovere l’Emilia come terra dello Slow Mix: tre province accomunate da un patrimonio comune, eppure identitario, di bellezza, storia, architettura, arte ed enogastronomia. Punteremo sulle principali attrazioni di questo territorio così generoso, dalle sue eccellenze enogastronomiche ai castelli, dall’outdoor alla scoperta dell’Appennino o del Grande Fiume Po, fino al benessere con le terme. Lo faremo in chiave esperienziale, mettendo le persone sempre al centro. Per questo stiamo puntando su una campagna di comunicazione che dia un ‘assaggio’ delle esperienze autentiche e straordinarie che si possono vivere qui in Emilia”.

Gv: Quali le previsioni in termini di presenze per l’anno in corso, su quali mercati farete focus e con quali iniziative?

“Con grande soddisfazione posso dire che Emilia chiude il 2022 avvicinandosi ai numeri pre-covid. Avevamo preventivato di raggiungere questo obiettivo solo durante il 2023, anche perché i primi tre mesi del 2022 sono stati ancora contrassegnati dai problemi legati alla pandemia (sia di viaggio sia psicologici dei viaggiatori). Nel 2023 lavoreremo per un incremento importante, perché stiamo già avvertendo la voglia, anzi l’esigenza delle persone di tornare a viaggiare, grazie anche al grande interesse che mostrano nei confronti delle nostre attività di promozione. Per quanto riguarda il nostro target, continueremo a puntare sul mercato nazionale in primis, a tal proposito abbiamo attivato un’importante convenzione con Trenitalia, soprattutto per agire sui primi mesi dell’anno che storicamente sono quelli che registrano meno presenze. Sul mercato estero il nostro primo focus è quello svizzero, con cui abbiamo riscontrato un ottimo incontro tra domanda e offerta. Si tratta di un pubblico colto, medio/alto spendente alla ricerca di nuove mete in Italia e affascinato dalle proposte autentiche e varie di Emilia”.

Gv: Ritiene che il metaverso e le nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale possano aiutare ad innovare l’esperienza della Food Valley italiana, magari attirando un pubblico più giovane?

“Da un lato mi rendo conto della crescente importanza e utilità delle nuove frontiere digitali – a tal proposito stiamo attivando un canale TikTok per rivolgerci a un pubblico giovane – dall’altro devo dire che per noi l’esperienza sul campo è fondamentale per scoprire la nostra terra fatta di sapori, profumi e panorami che generano emozioni. Non c’è tecnologia che possa sostituire l’esperienza dal vivo. Per questo tramite le nostre campagne di comunicazione e social cerchiamo di far immedesimare i potenziali visitatori, offrendo loro le suggestioni di quello che potrebbero provare ed esperire qui da noi”.

Gv: Quali le sinergie in atto per integrare i tanti valori del territorio?

“Emilia vive di sinergie. Senza le sinergie, secondo noi, non si va da nessuna parte. Innanzitutto sono davvero molto fiero della sinergia “interna” che si è creata tra i nostri tre territori, che sono da sempre stati molto campanilisti. Riuscire a dar vita a una così stretta rete di connessioni e collaborazioni, riuscire a lavorare insieme in modo costruttivo e proficuo per il bene comune del territorio, è davvero motivo di grande orgoglio. Non da meno le sinergie che stiamo attivando con realtà esterne come con Enit che ci ha sostenuto nei rapporti col mercato svizzero e con Sbb (Ferrovie svizzere), o con la già citata Trenitalia. Enti e società che ci aiutano a valorizzare, promuovere e raccontare le bellezze di Emilia. Ci tengo anche a citare la sinergia col Gal del Ducato (Parma e Piacenza) e col Gal reggiano per la promozione dell’Appenino, progetto a cui teniamo molto”.

Gv: Sono previsti investimenti infrastrutturali per sviluppare maggiormente il turismo nell’area, e quali?

“Noi non ci occupiamo di infrastrutture (fisiche), semmai potremmo parlare di infrastrutture digitali. A livello digitale stiamo investendo molto, ad esempio da gennaio è partita la newsletter mensile che informa su tutte le nostre novità, iniziative ed eventi; sui social stiamo attivando il nostro canale TikTok e sugli altri canali continuiamo nel segno dello storytelling per raccontare Emilia e anticipare le esperienze che si potrebbero vivere in loco”.

Gv: Avete iniziative da segnalare rivolte ai partner del b2b?

“Un’importante iniziativa sarà a metà novembre 2023, la grande assemblea di Srv – la Federazione Svizzera di Viaggi – che mette insieme tutti i tour operator svizzeri, che grazie a Visit Emilia si terrà per la prima volta in Italia, a Parma, con la partecipazione di oltre 170 tour operator elvetici che esploreranno l’Emilia rinforzando la promozione del territorio di Parma, Piacenza e Reggio Emilia in Svizzera. Una grande vetrina per i nostri operatori locali, perché Srv decide i prodotti turistici stranieri da proporre al pubblico svizzero”.

Laura Dominici

I numeri di Visit Emilia

Oltre alle 3 città capoluogo, Parma, Piacenza e Reggio Emilia, Visit Emilia coinvolge oltre 120 tra Comuni e Province per oltre 1.100.000 abitanti. A leggerla come un puro dato numerico, la cifra fa pensare alla popolazione di una metropoli. Ma ecco il patrimonio su cui può contare complessivamente:

142 musei – dei quali, oltre agli 8 Musei del Cibo, 57 a Parma, 51 a Piacenza e 26 a Reggio Emilia; 51 teatri, tra storici e contemporanei, dei quali 15 a Parma, 12 a Piacenza e ben 23 a Reggio Emilia; 50 castelli disseminati tra le colline e la Bassa;
oltre 13 borghi di interesse storico e artistico, certificati da riconoscimenti come la Bandiera Arancione e quelli di Borghi autentici, Borgo dei borghi e Borghi più belli d’Italia; il 30% del totale valore economico italiano di prodotti a marchio DOP e IGP;
15 prodotti tipici tradizionali riconosciuti col marchio DOP, IGP e altre certificazioni importanti; alla voce caseifici: 167 a Parma e 99 a Reggio Emilia per il Parmigiano Reggiano e 20 a Piacenza per il Grana Padano;
alla voce salumifici: 132 dedicati al Prosciutto di Parma, 13 specializzati nella produzione di Salumi Dop piacentini e 14 al Salame Felino, 23 per il Culatello di Zibello;
26 aderenti al Consorzio per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia;
147 cantine per la produzione di vini DOP, delle quali 22 a Parma, 90 a Piacenza e 35 a Reggio Emilia;
7 ristoranti stellati, dei quali 3 a Parma, a 2 Reggio Emilia e 2 a Piacenza;
1 Parco Nazionale, 2 Riserve Mab Unesco, 11 Parchi del Ducato – di cui 5 parchi regionali, 1 parco provinciale, 5 riserve – e 8 tra aree naturalistiche, oasi e riserve nella provincia di Reggio Emilia;
161 km di Fiume Po sui 652 km totali del suo corso, dei quali 96 a Piacenza, 47 a Parma e 18 a Reggio Emilia;
4 stazioni termali tra Parma e Reggio Emilia;
6 campi da golf. Inoltre, svariati riconoscimenti Unesco, tra i quali quello di Parma Città creativa Unesco per la gastronomia, la Segnalazione Unesco del Battistero di Parma tra i siti di maggiore valore astronomico a livello mondiale, il titolo di Riserva di Biosfera Mab Unesco Appennino Tosco Emiliano e Mab Unesco Po Grande del tratto medio padano del fiume Po.

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