Otto le nuove strutture appena entrate nel portfolio di Relais & Chateaux. Oggi il gruppo conta 580 hotel (per un totale di 13.487 camere) e 800 ristoranti in 165 destinazioni in tutto il mondo e presto si aggiungeranno: il Noborioji Hotel Nara in Giappone, il Mii Amo e il Tributary Hotel/Okta negli Stati Uniti, il Zilte in Belgio, La Merise in Francia e ben tre unità in Spagna con il Pepe Veira Restaurant & Hotel, il Gran Hotel Mas d’en Bruno e l’Helguera Palacio Boutique & Antique.
Una crescita “controllata”
“Una crescita sicuramente importante, ma non vogliamo superare le 600 dimore per cercare di garantire a tutti i nostri ospiti un costante e alto standard qualitativo. -spiega Danilo Guerrini, delegato Italia di Relais & Chateaux– L’Italia è il terzo mercato per numero di associati (ovvero 50) e la seconda destinazione richiesta, dopo la Francia”. Nel triennio 2020/2022, nonostante la pandemia, ci sono stati 55 nuovi ingressi nel gruppo, di cui 4 in Italia con il San Corrado di Noto, Villa della Pergola ad Alassio, Grand Hotel dei Duchi d’Aosta a Trieste, Borgo Sant’Andrea ad Amalfi.
Tre obiettivi per il futuro
Con la presentazione del nuovo Travel Book 2023 e della Travel Guide Italy che, grazie a incantevoli foto raccontano le destinazioni, i territori e le persone che hanno sposato la filosofia e le linee guida dell’associazione, Relais & Chateaux individua i tre pilastri sui quali si svilupperà in futuro. “Affermarsi come employer brand incoraggiando e attraendo nuovi talenti a scegliere una carriera nel settore dell’ospitalità. -prosegue Guerrini- Lavorare con un approccio data oriented, utilizzando i customer data per comprendere meglio le tendenze dei clienti. Tra queste ad esempio, l’incremento del 20% degli ospiti che viaggiano con bambini e l’aumento della domanda per ville private. Infine la sostenibilità, con il raggiungimento di obiettivi specifici e virtuosi a breve termine come il 100% delle dimore che entro il 2025 azzereranno tutti i prodotti in plastica monouso, avranno un piano di riduzione di consumo dell’acqua, conserveranno la biodiversità delle proprie aree verdi, adotteranno una policy per l’Edi (equity, diversity and inclusion)”.
Sveva Faldella