Il rischio? Il prodotto di qualità inaccessibile a molti 

E’ ancora presto per poter affermare di essere in una fase di mercato sano. La ripresa, c’è, ma la situazione attuale mostra una serie di campanelli di allarme chiari ed evidenti. E’ il parere di Domenico Pellegrino, ceo Gruppo Bluvacanze, che traccia la sua analisi dello scenario che si potrà vivere a fronte dell’attuale situazione macro-economica e geopolitica, dei possibili rischi a cui andare incontro e di una estate che non va sottovalutata da certi punti di vista, fermo restando il sentiment positivo generale e che si ritrova anche nelle adv Bluvacanze. Sarà, poi, importante riflettere su quella “forbice tra volontà e possibilità di acquisto“, che il manager mette in evidenza.

Forbice tra volontà e possibilità di acquisto

Il nodo forse sta anche nel fatto che “non era un mercato paradisiaco prima della pandemia, quindi non si può parlare di un mondo perfetto che non c’è più, né si può parlare di un mercato che oggi ha guarito tutti i suoi mali – afferma  -. Ci portiamo dietro delle ferite, una di queste è un sistema di immobilità internazionale ancora non pienamente efficiente, molte aree del mondo non sono ancora realmente operative. Molte compagnie aeree hanno difficoltà a riportarsi sui volumi pre-pandemia, o disinteresse a farlo – afferma il manager -. Esiste un problema di recruiting e di personale per la gestione dei servizi, abbiamo già segnali di preoccupazione su alcuni hub internazionali di aeroporti strategici che non potranno reggere il carico di domanda che ci si aspetta, ricordiamo tutti la storia dell’estate scorsa”. Si teme che si possa ripetere? “Alcuni campanelli di allarme li abbiamo ben chiari in questo momento – dice Pellegrino -. Sicuramente abbiamo un fattore inflattivo che ha condizionato molto il potere di acquisto di determinate categorie sociali e sta creando una forbice tra volontà e possibilità di acquisto”.

Migliore redditività, ma volumi più contenuti

Il vero rischio? A detta del manager è che “ci stiamo muovendo verso un turismo elitario, con migliore redditività, ma volumi estremamente più contenuti perché alcune tipologie di prodotti iniziano a diventare difficilmente accessibili o in alcuni casi inaccessibili, parlo di soglie di accesso economico – ci tiene a precisare Pellegrino -. Questo è il vero rischio sul quale siamo chiamati tutti ad intervenire, certo – osserva – la distribuzione, da questo punto di vista, può giocare la partita meno importante”.

Cosa serve? Pellegrino lo dice chiaramente: “Abbiamo bisogno di dare forza alle nostre imprese con la capacità di assumere personale e di poterlo pagare meglio in modo che possa avere una soddisfazione economica tale da sottrarlo ad altri settori merceologici, ma anche di stimolare l’imprenditorialità su questo settore, che ha visto un gap importante nel ricambio generazionale”. Tutto questo richiede interventi che non sono propri degli imprenditori, ma che “spettano al governo, in modo che le imprese del turismo organizzato abbiano le condizioni per poter crescere e svilupparsi”.
Un altro punto fondamentale messo in luce dal manager è che si deve “ridare potere d’acquisto a determinati consumatori, che rischiano di essere esclusi dai circuiti di qualità della vacanza e del benessere che la vacanza comporta”.

Un prodotto più caro

Alla domanda se stiamo andando incontro ad un’estate dove vedremo viaggiare solo una fascia di consumatore più d’elite, la risposta del manager è: “No, ma c’è il rischio che il prodotto di qualità diventi inaccessibile per molte persone che saranno costrette a trovare soluzioni di vacanza fai da te, a basso costo, a basso valore aggiunto, ma anche a basso rendimento di benessere per la persona”. Pellegrino ci tiene a precisare che “tutti stiamo lavorando perché il mercato si mantenga largo e florido e non si vada a restringere”.

In questo scenario non si verificherà un rischio di scontistica elevata. Il motivo è semplice. “Se il volato costa il 25% o il 35% in più, così come l’hôtellerie, la combinazione di questi due prodotti da parte dei t.o. non può che essere ben diversa da quella precedente, inoltre, la distribuzione ha i suoi costi, che sono aumentati e non può scendere sotto certi livelli di remunerazione minima di sostentamento. Il che significa per il consumatore finale trovarsi lo stesso prodotto molto più caro di una volta, indipendentemente dalla destinazione”.

In una situazione tale, alcuni consumatori “riescono a mantenere questo ritmo, altri, e lo vediamo già, non hanno questa capacità e sono costretti a regredire su forme di vacanza meno qualitative, meno garantite, meno qualificanti. E questo è un rischio di carattere sociale oltre che economico”.

Sentiment positivo nelle adv

Qual è il trend nelle adv Bluvacanze?  Sulla base di quanto emerso dall’osservatorio del network, viene condiviso “il sentiment positivo del mercato per due fattori”. Il primo trova le sue radici nel fatto che “la nostra è una organizzazione che ha una sua storicità, ha consolidato una relazione con i clienti molto forte. I nostri clienti prenotano mediamente nella stessa agenzia 2,2 volte l’anno, hanno un tasso di fidelizzazione al punto vendita e al brand molto forte”.

Il secondo fattore è legato al fatto di “appartenere ad una realtà di dimensioni globali con una visione industriale del business il che permette di avere processi di produzione più efficienti ed efficaci, quindi – afferma Pellegrino – cediamo questo nostro know how ai punti vendita, che si trovano ad operare in modo semplificato e più competitivo”. Il che lo porta a pensare che, probabilmente, “la parte del trade che ci è vicina e che ha superato la crisi pandemica, oggi è motivata a guardare al proprio punto vendita con ottimismo”, ma allo stesso tempo si deve considerare che tutte le altre criticità “sono dietro l’angolo. Le variabili sono ancora importanti”.

Stare attenti e vigilare

Variabili che inducono a pensare che sarà un’estate difficile? Pellegrino ricorda che il gruppo aveva previsto “trend di ripresa con un determinato ritmo che all’epoca ci fecero additare come un po’ troppo cauti. Avevamo detto che una piena ripresa si sarebbe potuta avere nella seconda metà del 2023 e noi stiamo mantenendo esattamente un trend che è su quella linea. Da parte nostra c’è grandissima fiducia – dice -, però è vero che siamo in un sistema macro-economico fragile, quindi bisogna stare attenti, vigilare e non adagiarsi sui risultati dei booking settimanali. Ecco perché stiamo investendo, innovando, diversificando. Cerchiamo di proteggerci dalle criticità indipendenti dai nostri effetti aziendali attraverso una molteplicità di attività di sviluppo”, spiega il manager.

Stefania Vicini

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