Ha una visione abbastanza positiva Elisabetta Fabri, presidente e a.d. di Starhotels, dopo la fase pandemica, ora è “il punto zero”. Sicuramente è ben consapevole del valore che rappresenta il fatto di “essere italiani“, anzi come lei stessa dice: “Abbiamo il lusso di essere italiani, apprezzo le catene americane, internazionali che arrivano in Italia, ma fanno poca fatica perché la bellezza è intorno a noi“.
Il tema sono i giovani
La consapevolezza non basta e in questo momento, esorta la manager, “dobbiamo fare le cose giuste in concertazione con il governo – afferma -. E finalmente abbiamo un ministero del Turismo che mi sembra ascolti”. Poi rafforza il concetto ed afferma nuovamente: “Il ministero è in ascolto e dobbiamo farci sentire molto chiaramente perchè il tema sono i giovani e l’Italia è un Paese che sta invecchiando e i giovani non sono più disponibili”.
Poi si sofferma su due reparti, l’housekeeping e il f&b, dove “c’è un altissimo turn over, manca personale, ma manca un processo di training, gli alberghi strututturati hanno già un qualcosa in più, mentre quelli indipendenti faticano. Sono cose da mettere a posto – afferma -. Bisogna che le università parlino ai giovani e che il governo faccia delle campagne promozionali a favore del turismo, perchè il turismo è un mondo bellissimo, ma nessuno fa del marketing e dice che lavorare nel turismo è bello perchè permette di crescere”, sottolinea Fabri, che si aspetta anche che il governo preveda “altri incentivi economici per noi aziende per assumere giovani sotto i 25 anni. Tutti temi su cui abbiamo discusso a lungo anche durante la pandemia nelle nostre chat”. A suo dire “adesso è arrivato il momento”.
Serve una scuola del turismo alberghiero
Fabri lancia anche qualche provocazione, come la necessità di “creare una scuola del turismo, una scuola alberghiera degna di questo nome, che ad oggi non abbiamo”.
Poi un accenno ai numeri che sono molto incoraggianti, “i nostri dati 2022 sono stati incredibili, il 2023 è partito e siamo già sopra budget con mezzo mondo che non si è ancora mosso, la Russia, l’Asia che tentenna. Quest’anno avevamo un budget da 289 milioni, io ho già detto che si arriverà a 300 milioni e nel 2019 abbiamo fatto 217 milioni”, sottolinea la manager, ricordando che l’attenzione è “sulle persone” e “sui giovani che devono crescere”.
Stefania Vicini