Riflettori puntati su Cortina, che in previsione delle prossime Olimpiadi, sta vivendo una vera e propria trasformazione dell’offerta. Operatori del mondo alberghiero, rappresentanti di settori dell’economia della montagna e della finanza hanno tracciato un’analisi delle numerose opportunità di sviluppo derivanti dagli investimenti nelle località montane.
L’occasione è stata l’evento organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Alberghi, Luiss Business School in collaborazione con Cushman & Wakefield e Lbs Alumni, che si è svolto ieri a Belluno, presso Luiss Business School – Hub Veneto delle Dolomiti, dal titolo Cortina, le Olimpiadi e oltre: l’evoluzione del turismo in montagna.
I partecipanti
Ad aprire i lavori Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi.
Le due tavole rotonde sono state moderate rispettivamente da Giorgio Palmucci, vicepresidente Confindustria Alberghi e past president Enit e da Alessandro Belli, head of Hospitality Italy Cushman & Wakefield, presidente di Alumni Luiss Business School e adjunct professor Luiss Business School.
Ad intervenire: Arnaldo Aiolfi, amministratore delegato Italia e direttore Progetti di Sviluppo Europa del Sud di Club Med; Valeria Ghezzi, presidente Anef; Franco Lentini, hospitality development manager di Enrosadira e advisor coordinamento Turismo Confindustria Veneto; Angelo Wu, vice president di Invel Real Estate Partners; Graziano Debellini, presidente TH Group; Erich Falkensteiner, presidente Fmtg – Falkensteiner Michaeler Tourism Group; Aldo Melpignano, founder & ceo Egnazia Ospitalità Italiana e Emanuele Prataviera, head of Real Estate Investments Finint Sgr.
Il rilancio del turismo montano
Una giornata dedicata al rilancio del turismo montano grazie all’attrazione di nuovi investimenti che, se ben programmati, possono ampliare l’orizzonte di quelle bellezze naturali del territorio così come le eccellenze delle produzioni manifatturiere tipiche di ciascuna località.
La quota di mercato dell’ospitalità sul totale degli investimenti immobiliari in Italia è cresciuta nell’ultimo decennio dal 10 al 15% a conferma del forte interesse degli investitori per il settore alberghiero. Lo scorso anno sono stati investiti nel comparto in Italia 1,5 miliardi di euro, il 66% provenienti da capitale estero. Il numero di asset transati è stato 56 per ca. 5800 camere.
Seppur positivi si tratta di numeri molto al di sotto di quelli registrati dai nostri competitor europei: in Francia nel 2022 sono stati investiti nel settore alberghiero 3,1 miliardi di euro per 110 asset e ca 10mila camere transate, in Spagna 3 miliardi di euro con 105 asset e ca 15mila camere transate. Anche la Germania fa meglio di noi.
I limiti penalizzanti
A penalizzare il Paese l’eccessiva burocrazia e la scarsità di informazioni, molto spesso poco chiare e trasparenti, sulle opportunità di investimento. E questo nonostante il settore alberghiero italiano stia tornando rapidamente ai livelli pre-pandemia per quanto riguarda l’occupancy e addirittura li abbia abbondantemente superati in termini di Adr e RevPar.
Sempre più impattante per il settore il rispetto dei criteri Esg sia per gli investitori, sia per gli operatori sia per i finanziatori: oggi si investe e si finanziano operazioni con elevato profilo di sostenibilità mentre le altre sono considerate fuori mercato.
Forte l’interesse per la montagna, che ha grandissimo potenziale di crescita nel prossimo futuro: l’Italia è il primo Paese europeo per superficie di comprensori sciistici e numero di stazioni, ma anche in questo ambito c’è un’eccessiva frammentazione: il numero di grandi stazioni sciistiche è nettamente più basso di quello in Francia e in Austria.
La montagna tutto l’anno
La montagna non è più solo neve, è una destinazione da vivere in tutti i mesi dell’anno, perchè ha le potenzialità per accogliere i flussi turistici non solo in inverno. Per questo diventa indispensabile investire su impianti e strutture alberghiere per non perdere l’effetto di grande attrazione che possiede naturalmente.
E’ quanto emerso dall’analisi presentata da Alessandro Belli. A seguire nelle due tavole rotonde dedicate a “Montagna, investimenti e sviluppo” sono stati illustrati esperienze, soluzioni, idee e progetti raccontate dai rappresentanti delle realtà presenti. Un confronto volto ad individuare soluzioni utili per investire nell’economia della montagna.
Tra le parole chiave comuni a tutti gli interventi ci sono: sostenibilità, accessibilità, qualità del servizio, destagionalizzare, semplificazione, formazione, capitale umano, investimenti e turismo internazionale.
Tra i temi trattati anche quello legato alla carenza del personale e la necessità di un intervento sul cuneo fiscale che penalizza le aziende italiane rispetto ai Paesi europei suoi competitor.
Opinione comune è il potenziale ancora inespresso delle tante destinazioni montane, soprattutto agli occhi della domanda internazionale e la relativa necessità di un impegno maggiore da destinare all’attività di comunicazione così da posizionare il brand montano italiano su target più elevati del mercato.