“I viaggi per il Ramadan quest’anno sono ancora molto lontani dalle vette raggiunte prima della pandemia nel 2019”. Parola di Olivier Ponti, vp Insights di ForwardKeys. Tuttavia, un fattore importante per valutare la ripresa sono le date di scadenza della festa. “Nel 2019 era a giugno – spiega il manager -, un periodo dell’anno migliore per spostarsi, poiché la fine del Ramadan era vicina all’inizio delle lunghe vacanze scolastiche estive in Arabia Saudita.
Detto questo, al 31 marzo, le prenotazioni di voli in partenza dagli Stati del Gcc per le tre settimane che precedono la fine del Ramadan, erano indietro del 38% rispetto al periodo equivalente del 2019 e per le tre settimane successive all’Eid al-Fitr sono in ritardo del 67%”.
Le prenotazioni di voli outbound dal Gcc per il periodo di punta delle vacanze del Ramadan, dal 14 al 24 aprile, sono migliori, indietro del 32% rispetto al 2019. Le prenotazioni di collegamenti dall’Arabia Saudita sono indietro del 44%, ma i viaggi dagli altri principali Paesi dell’area stanno registrando una ripresa più forte, con il Kuwait indietro del 27%, il Qatar dell’11%, gli Emirati Arabi Uniti del 6% e il Bahrain del 2%.
Le prenotazioni di voli verso i Paesi del Gcc sono più incoraggianti, attualmente inferiori del 12% rispetto al 2019. Il freno maggiore è rappresentato dai viaggi verso l’Arabia Saudita, dove le prenotazioni dei voli sono indietro del 40% rispetto al 2019, mentre quelle per il Kuwait lo sono del 43%. Tuttavia, le prenotazioni per il Bahrein sono avanti del 16% e quelle per il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e l’Oman lo sono rispettivamente del 39%, 47% e 48%.
L’analisi dei luoghi in cui si recano i vacanzieri del Ramadan provenienti dai Paesi del Gcc rivela che la destinazione di maggior tendenza sono le Maldive, in vantaggio del 177% rispetto al 2019. Sta anche beneficiando di un aumento dei visitatori benestanti, come dimostra l’incremento di nove punti percentuali nella quota di prenotazioni di cabine premium. Seguono il Qatar, in vantaggio del 91%, la Thailandia del 65%, i Paesi Bassi del 37%, il Pakistan del 25%, gli Emirati Arabi Uniti del 22%, l’Italia del 20%, la Francia del 14% e il Regno Unito dell’1%.