Le scelte dei viaggiatori per svicolare folla e costi

Il 72% degli europei intende viaggiare tra aprile e settembre di quest’anno. Il tempo libero rimane il motivo principale (69%), anche se il calo del 7% rispetto al 2022 suggerisce un potenziale rallentamento del revenge travel post-pandemia. I viaggi d’affari, invece, hanno registrato un aumento annuo del 3%, rappresentando ora l’8% di tutti gli spostamenti previsti. L’aumento dei costi di viaggio dovuto all’inflazione, la guerra in Ucraina e le preoccupazioni per le condizioni climatiche estreme hanno un ruolo nelle scelte di viaggio degli europei per la primavera e l’estate 2023.

Questi dati emergono dall’ultima ricerca Monitoring Sentiment for Domestic and Intra-European Travel – Wave 15″ della European Travel Commission (Etc), che fa luce sulle intenzioni e le preferenze di viaggio a breve termine degli europei. Commentando la ricerca, Luís Araújo, presidente dell’Etc, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di constatare che, nonostante le preoccupazioni finanziarie e l’aumento dei costi di viaggio, gli europei rimangono desiderosi di viaggiare. È inoltre incoraggiante sapere che un numero maggiore di viaggiatori sceglie spostamenti estivi fuori stagione per evitare il sovraffollamento e i prezzi di punta. Questa tendenza positiva favorisce una gestione sostenibile delle destinazioni, distribuendo i flussi turistici in modo più uniforme. Consigliamo alle destinazioni e alle imprese di seguire da vicino queste tendenze per soddisfare le esigenze in evoluzione dei viaggiatori”.

Il fuori stagione guadagna terreno

Quest’anno, un numero maggiore di europei sta pianificando vacanze in primavera e all’inizio dell’estate. Quasi il 30% dei viaggiatori ha dichiarato di voler fare un viaggio notturno tra aprile e maggio, con un aumento del 6% rispetto al 2022. Inoltre, il 40% degli intervistati sta pensando di viaggiare all’inizio e alla metà dell’estate (giugno-luglio). Al contrario, solo il 23% prevede di viaggiare nei mesi di agosto e settembre, con un significativo calo del 9% rispetto allo scorso anno. Questo cambiamento nei modelli di viaggio stagionali potrebbe riflettere il crescente desiderio di evitare i picchi di folla.

Inoltre, sembra che molti europei stiano pianificando più viaggi tra aprile e settembre 2023. I dati mostrano che il 59% degli intervistati effettuerà più di un viaggio nei prossimi mesi, con il 35% che prevede di viaggiare due volte e un altro 24% che si dirigerà verso tre o più break. In confronto, il 31% farà un solo viaggio nello stesso periodo.

Gli europei di età superiore ai 25 anni mostrano un elevato entusiasmo per i viaggi (74%). Questa tendenza può essere attribuita al reddito disponibile relativamente più elevato, che li rende meno sensibili all’attuale situazione economica. I giovani della Gen Z (18-24 anni) rimangono più riluttanti a pianificare le vacanze (61%).

Le condizioni meteorologiche

L’aumento dei costi di viaggio dovuto all’inflazione rimane la principale preoccupazione degli europei (23%), insieme alle finanze personali (17%). Questo potrebbe spiegare perché il 51% degli europei ha già effettuato prenotazioni parziali o complete per il prossimo viaggio – con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno – nel tentativo di assicurarsi prezzi più bassi.

Le condizioni climatiche favorevoli (18%) sono il fattore più importante per la scelta di una destinazione, seguite da offerte interessanti (17%), mancanza di sovraffollamento (11%) e comunità locali accoglienti (10%). Tuttavia, a causa dell’aumento delle condizioni meteorologiche imprevedibili, il 7% dei viaggiatori europei ha citato gli eventi meteorologici estremi come una preoccupazione significativa.

La guerra in corso in Ucraina rimane un’altra fonte di preoccupazione (12%), soprattutto tra gli intervistati svizzeri, polacchi, austriaci, italiani e olandesi. Il conflitto continua a influenzare le decisioni relative ai viaggi per la metà degli europei.

Durata delle vacanze stabile, budget in aumento

Sebbene i viaggiatori sembrino pronti a spostare le date per compensare le preoccupazioni finanziarie, i risultati suggeriscono che non sono disposti a sacrificare la durata delle loro vacanze. Le cifre dello scorso anno sono rimaste invariate, con un viaggio di quattro o sei notti ancora la scelta più popolare tra gli europei (35%). Un altro 22% prevede di viaggiare per più di dieci notti.

In risposta all’aumento dei costi di viaggio, il 37% degli europei sta stanziando budget più consistenti, superiori a 1.500 euro per viaggio, con un aumento del 7% rispetto al 2022. Inoltre, il 19% dei viaggiatori prevede di spendere di più per i prossimi viaggi rispetto a quanto fa abitualmente.

Francia e Spagna rimangono le mete preferite, con l’8% degli europei che intende recarsi in ciascuna di esse. Seguono l’Italia (7%), la Grecia (6%) e la Germania (5%), con il Belgio che entra nella top 10 delle destinazioni preferite in Europa.

Il rapporto completo può essere scaricato qui.

Il commento delle assicurazioni

Stefano Pedrone, responsabile divisione turismo di Nobis Assicurazioni è cauto sulle intenzioni di viaggio che evitano i picchi di folla e tra giugno e luglio: “Al momento è ancora un po’ presto per poter confermare questa tendenza – afferma il manager – anche se le sensazioni che derivano anche dal dato oggettivo dell’importante incremento del pricing dei viaggi vanno verso questa direzione“. Un trend che l’azienda sta riscontrando in maniera molto significativa è invece “quella dell’advanced booking. Abbiamo già numerose coperture per prenotazioni relative al prossimo inverno e addirittura al 2024. Difficile dire se la volontà di viaggiare nella primissima parte dell’estate sia legata al desiderio di evitare i picchi di folla tipici del mese di agosto – nota Pedrone -, anche perché, indipendentemente dalle prenotazioni di giugno e luglio, alla fine gli alberghi delle località più importanti, ma non solo, nel periodo clou dell’estate faranno comunque il tutto esaurito”.

Sulle condizioni meteorologiche estreme Pedrone così si esprime:  “La questione è ormai ben nota, ma non riguarda soltanto le vacanze estive – sottolinea -. Anzi, possiamo dire che si tratta di un problema generalizzato che può essere riscontrato durante tutto l’anno e che sta sovvertendo un po’ tutte le pianificazioni delle vacanze“.

Intanto il pricing dei viaggi è cresciuto “in un modo molto importante – evidenzia il manager -, sia a causa degli incrementi delle tariffe aeree che dei costi degli alberghi. Naturalmente questo provoca un aumento del prezzo delle polizze di viaggio, perché molte di esse, tra cui quelle molto diffuse con copertura in caso di annullamento, prevedono un premio in percentuale al valore del viaggio stesso. Inoltre mai come in questo momento segnaliamo una grande voglia da parte degli italiani di viaggiare“.

Non riscontriamo particolari divergenze dai tradizionali picchi stagionali. Certamente si registra una destrutturazione del concetto di viaggio e di vacanza – ammette Guido Dell’Omo, business leader retail Assistance Axa Partners Italia -. Non solo i numerosi ‘ponti’ o weekend lunghi a favorire un aumento degli spostamenti ma una tendenza ormai stabile da alcuni anni. In luogo dei 15 giorni estivi o del mese intero notiamo spostamenti più frequenti e più di prossimità, tendenza accentuatasi in tempo di pandemia e ormai consolidata secondo quello che sembra essere un nuovo modello di fruizione del viaggio”. 

Tra gli elementi di preoccupazione senza dubbio il caro prezzi è il primo, sostiene il manager, non solo voli, ma anche pacchetti, hotel, navi. “Registriamo una polarizzazione dei costi dei viaggi – fa notare Dell’Omo -: chi può spendere continua a fare viaggi anche se impegnativi sotto l’aspetto economico, chi non riesce riduce giorni e livelli di servizi. Si conferma l’aumento del costo medio dei viaggi, tendenzialmente dovuto però all’aumento del costo dei servizi turistici più che ad un aumento della fruizione degli stessi”.

Secondo lo studio International Vacation Confidence Index di Allianz Partners, tre europei su quattro sono fiduciosi di poter andare in vacanza nel 2023 e quasi un terzo (30%) è addirittura molto fiducioso, nonostante le incertezze delle prospettive economiche dell’anno in corso. Anche in questa ricerca emergono le preoccupazioni per il cambiamento climatico a seconda delle diverse fasce d’età. Complessivamente, il 28% degli europei (il 27% degli italiani) ha affermato che probabilmente modificherebbe i propri piani di vacanza invernale a causa della crisi climatica in corso. Tuttavia, ci sono differenze significative di opinione tra i viaggiatori più giovani e quelli più anziani.

Concordi le due indagini sul valore medio del budget, pari secondo Allianz Partners a   poco più di 1.500 euro. Per molti Paesi, sostiene l’azienda, si tratta di un importo paragonabile a quello dell’ultima estate.

Di diverso avviso Miguel De Alvarado, direttore commerciale Ergo Assicurazione Viaggi: “Finora non sono state rilevate tendenze simili, almeno per quanto ci riguarda. Dal nostro punto di vista, è ancora presto per trarre conclusioni su ciò che accadrà quest’estate. Lo vedremo comunque nelle prossime settimane.  Abbiamo appena concluso un’ottima settimana di Pasqua – segnala il direttore commerciale -, con un aumento delle prenotazioni del +50% rispetto all’anno precedente.  I due anni di stop e l’inizio della guerra in Ucraina, con il conseguente aumento dei prezzi, non hanno tolto la voglia di viaggiare agli italiani. In particolare, abbiamo notato una piena ripresa nel settore del lungo raggio e in particolare di Stati Uniti, Marocco, Giordania, Thailandia, Egitto e Spagna”.

Concorde con Ergo è I4T: “Al momento non stiamo notando questa tendenza – commenta Christian Garrone, responsabile intermediazione assicurativa -: i dati del 2023 sono allineati a quelli del 2022. Lo scorso anno, le polizze emesse a marzo erano relative per il 60% a partenze entro maggio, per il 20% a partenze di giugno e luglio, per il 16% a partenze di agosto e settembre e per il restante 4% a partenze successive a settembre”. La società nota, invece, “un lieve interesse sul meteo, ma si tratta di una tendenza minimale rispetto alle esigenze tradizionali. La richiesta, più che dai consumatori, ci arriva dalle strutture ricettive, che desiderano offrire coperture assicurative atte in particolare ad incentivare l’advance booking”. In termini di cifre, c’è “un aumento pro-capite del 20% medio delle quote dovuto principalmente ai rincari – prosegue Garrone – ma la quota ‘media’ subisce un aumento anche perché ci sono moltissime richieste di viaggi di alto profilo, con pratiche che arrivano a superare anche i 100.000 euro, numeri che non notavamo negli anni passati”.

Nicoletta Somma

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