FlixBus e Vie Francigene: il digitale un alleato per la crescita

Turismo lento, non legarsi ad una stagionalità, ma promuovere un turismo tutto l’anno, infrastrutture, mobilità nelle aree minori, ma anche digitale. Sono tutti temi che si possono collegare tra di loro come ha dimostrato la prima puntata dei FlixTalk organizzata da FlixBus.  La società di trasporto, dal canto suo, ha introdotto il digitale, rivoluzionando la mobilità su gomma e anche le Vie Francigene hanno creato una forte comunità sui social media.

Il ruolo del digitale

Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, ritiene importante comunicare, ma ricorda che è prioritario che ci siano le infrastrutture, per non creare aspettative che poi rischiano di essere disattese. Nel caso delle Vie Francigene si assiste sempre più ad un ringiovanimento del pubblico, “si va dai 6 ai 90 anni, ma quella dai 25 ai 34 anni è la fascia più presente”, osserva. Infatti, l’associazione nel 2022 ha registrato un aumento delle persone di età compresa in questa fascia che hanno intrapreso il cammino, arrivando da oltre 40 Paesi. Il che conferma l’interesse dei giovani per forme di viaggio a ridotto impatto ambientale e fa comprendere che “è bene che la tecnologia sia sempre di più al servizio. L’app aiuta a vedere e sapere tutto ciò che serve, non solo, è anche uno strumento che ci aiuta a misurare chi cammina, in questo modo si possono ottenere informazioni importanti per fare investimenti”.

La tecnologia ha rivoluzionato il settore della lunga percorrenza. Concorda Andrea Incondi, amministratore delegato di FlixBus Italia. “Siamo arrivati in Italia nel 2015, prima se si voleva comprare il biglietto si doveva andare in biglietteria, era una tipologia di offerta per una platea più ridotta di persone, mancava l’aspetto digitale, che abbiamo introdotto attraverso il sito, l’app, estendendo così l’accessibilità a tanti e fornendo diverse informazioni utili. Abbiamo usato la tecnologia anche per la gestione dei prezzi, per definire le tratte migliori, gli orari. E qui siamo stati in grado di diventare attraenti e attrattivi soprattutto per i giovani”.

Inoltre, la tecnologia ha avuto anche un altro ruolo, ha aiutato “a lavorare con i territori – spiega Incondi -, stringendo partnership“. Alla domanda come sarà il futuro, il manager non ha esitazioni e dice: “Sarà sempre più fondato sulla tecnologia”.

Si lavora al prototipo di autobus a idrogeno

In ottica di mobilità, Incondi ha sottolineato anche il ruolo centrale svolto dalla mobilità per la valorizzazione delle specificità territoriali e dello sviluppo di un turismo sostenibile. In tema di sostenibilità ha fatto presente quanto sta mettendo in atto l’azienda, spiegando anche che “lo scenario elettrico è più difficile da perseguire per noi, facendo tratte a lunga percorrenza, vediamo come possibile strada l’idrogeno, stiamo lavorando su questo fronte – ha asserito il manager -, ma non c’è nulla ancora, anche se stiamo cercando di sviluppare il primo prototipo di autobus a idrogeno“.

Tra le ipotesi ci sono anche autobus più compatti e “in Europa il primo autobus con pannelli solari. Continuiamo a esplorare e stiamo spingendo per andare in questa direzione”.

Tra le possibili soluzioni offerte ai passeggeri è contemplato il trasporto della bici, “è un fenomeno frequente sulle nostre linee internazionali, dalla Germania e dalla Francia è maggiormente diffuso – afferma -, ma sta crescendo piano piano anche in Italia l’uso dell’autobus più la bici”. Il manager non ha dubbi che in futuro prenderà più piede.

Un trend in ripresa

Parlando di trend della domanda i segnali sono positivi. Bruschi traccia previsioni decisamente nel segno della crescita, “quest’anno penso che raggiungeremo gli stessi dati, se non superiori, del 2019”.

In linea il quadro tracciato da Incondi, il manager attesta che “la domanda è tornata forte, già dal 2022 c’è stata l’impennata”. Una domanda anche nei periodi meno di picco, “per esempio a gennaio, febbraio e marzo con numeri maggiori rispetto all’anno precedente e l’autobus viene considerato un mezzo per poterlo fare”.

Stefania Vicini

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