Il noleggio auto guarda a nuovi canali

Il Global Business Travel Forecast 2023 ha rilevato che i prezzi del noleggio auto a livello mondiale dovrebbero aumentare del 7% circa quest’anno, dopo un incremento analogo registrato l’anno precedente. “Il settore rimane limitato in termini di capacità – spiega la ricerca – e le aziende che hanno ridotto le dimensioni delle flotte a seguito della pandemia non si sono ancora riprese del tutto, anche a causa della carenza di componenti e delle interruzioni della catena di fornitura che hanno ridotto la produzione automobilistica globale”.

Il passo avanti in Italia

Un fenomeno che riguarda anche il mercato italiano. Ne abbiamo parlato, in un’intervista esclusiva, con Giuseppe Benincasa, direttore generale Aniasa. Nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023 il noleggio a breve termine in Italia, secondo l’associazione nazionale industria dell’autonoleggio, ha registrato un ulteriore passo in avanti nel recupero delle condizioni di mercato pre-pandemiche, ma il confronto con il 2019 vede ancora il settore decisamente penalizzato.

Le nuove modalità

Il rent-a-car ha perso circa 1 noleggio su 3 e i giorni di noleggio si sono contratti del 13% rispetto al 2019 – avverte Benincasa -. Stiamo registrando un allungamento delle durate medie del noleggio che oggi si attestano attorno agli 8,6 giorni (+25% vs 2019). È diminuita quindi la penetrazione del noleggio anche rispetto ai passeggeri in arrivo presso gli aeroporti”. Recentemente Aniasa ha invitato i turisti interessati a utilizzare un’auto a noleggio per le proprie vacanze a prenotarla tempestivamente. “Solo così potranno assicurarsene la disponibilità – avverte il direttore generale -. Anche quest’anno alla vigilia della stagione turistica che potrebbe fornire una boccata d’ossigeno agli operatori, ci ritroviamo con una flotta assai meno numerosa di quanto ci si potesse attendere”.

Prodotto e politiche

Un fenomeno causato principalmente da due fattori, secondo Benincasa, come già evidenziato nell’analisi internazionale: “La perdurante scarsità di prodotto sul mercato e le politiche commerciali delle case automobilistiche che continuano a privilegiare altri canali di vendita. Lo scorso anno abbiamo sopperito a questa criticità tenendo i veicoli in flotta oltre la canonica durata di 8-10 mesi – dichiara – ma quest’anno non è possibile seguire la stessa strada, con vetture che hanno raggiunto ormai una permanenza media in parco di oltre 16 mesi. Per sopperire a queste dinamiche gli operatori sono oggi impegnati nella ricerca di nuovi canali di approvvigionamento e stanno volgendo con crescente interesse lo sguardo verso i veicoli dei costruttori cinesi, maggiormente disponibili sul mercato”.

La forza asiatica

Un trend in fase di ulteriore consolidamento a causa dell’indecisione sui tempi della transizione energetica, che invece di rafforzare la filiera europea sta registrando un lento ma progressivo allargamento della presenza asiatica. “Tale ricerca – sottolinea Benincasa – unita ai fattori appena descritti e a un disastroso aumento dei costi in doppia cifra (circa il 40% in più rispetto al 2019, trainato in primis dall’inflazione e dal significativo aumento del costo medio delle singole vetture), ha determinato un aumento dei prezzi per giorno di noleggio e conseguentemente  del fatturato complessivo del comparto  –  esclusivamente per compensare gli abnormi costi produzione – peraltro atteso nuovamente in difficoltà nel quarto trimestre appena concluso”.

La quota di turismo estero

Nonostante il ritorno di una parte della clientela statunitense e canadese, che per sua natura ha una capacità di spesa più alta, la quota di turismo estero con propensione al noleggio, secondo Aniasa, è ancora lontana dall’essere tornata agli standard pre-pandemia, accentuando la perdita di penetrazione sulla dinamica dell’intermodalità.

Laura Dominici

La seconda parte del servizio, in via di pubblicazione, sarà dedicata alle aziende di autonoleggio

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