I traghetti asset fondamentale

“I traghetti rappresentano storicamente un asset tanto fondamentale quanto spesso sottovalutato per il turismo in Italia”. Parte da questa premessa Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo, nell’analizzare il comparto dei ferry e il suo apporto al settore del travel. “Un turismo che si sviluppa molto anche nelle varie isole del Paese. Basti pensare che nel 2019, escludendo Sicilia e Sardegna così come altre isole con un proprio aeroporto, i traghetti hanno consentito l’arrivo di oltre 1,5 milioni di turisti che hanno generato oltre 8 milioni di presenze. Un volume di incoming che senza i traghetti non si sarebbe mai manifestato, e che, proprio grazie ai traghetti, anche nel biennio pandemico hanno potuto continuare a contare su un flusso consistente di visitatori. Questa informazione, che raramente viene fatta emergere, è, o dovrebbe essere, sufficiente a far capire la centralità di questo prodotto”, sottolinea il manager.

Bene l’ospitalità, meno gli impatti ambientali

Un prodotto, che, dal canto suo, negli ultimi anni “è migliorato tantissimo sul fronte dell’ospitalità, ispirandosi sempre di più agli standard delle navi da crociera e offrendo a bordo, soprattutto delle navi in servizio su rotte più lunghe, servizi non più limitabili alla sola dimensione del trasporto – afferma -, ma estendendosi a quella dell’accoglienza e finanche dell’intrattenimento. Navi che finalmente consentono di poter affermare, al di là di formule promozionali, che la vacanza inizia già al momento dell’imbarco”, riconosce di Cesare.

Sul fronte degli impatti ambientali, invece, “il cammino è ancora lungo – fa presente di Cesare -. Ad oggi la flotta che si muove sulle rotte italiane, o di collegamento tra Italia ed altri Paesi non lontani, affianca impianti di vecchia generazione a nuovi che contemplano soluzioni di approvvigionamento, di propulsione, di uso e smaltimento materiali, che dovrebbero essere sempre più scontati nel rispetto di imprescindibili obiettivi”.

L’Adriatic Sea Forum

Parlando di aree, tra quelle che più vedono una mobilità turistica a bordo dei traghetti c’è l’Adriatico, cui Risposte Turismo dedica da anni un forum internazionale, Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht, che quest’anno farà tappa a Dubrovnik i prossimi 4-5 maggio. “Una mobilità sia internazionale sia all’interno dello stesso Paese, soprattutto in Croazia. In questo mare registriamo, con il nostro osservatorio, una stabilità in termini di rotte servite, di operatori impegnati e di volumi passeggeri imbarcati – osserva di Cesare -. Una stabilità che, se da un lato può essere letta come assenza di dinamismo, di novità, di intensificazione e crescita, dall’altro va interpretata anche come solidità, quella solidità che ha consentito, a turisti e non solo, di potersi spostare anche negli anni difficili della pandemia”. Secondo il presidente di Risposte Turismo, la stabilità “non è poi da leggere come immobilità, come scenario 2023 identico al 2022. Qualche cambio in effetti può essere registrato sul fronte della portualità, con rilevanti investimenti infrastrutturali su tutti, Igoumenitsa, Split e Bari che porteranno a migliori servizi per i turisti”.

Sul fronte delle rotte c’è “la classica intensificazione della frequenza nella stagione estiva delle rotte dall’Istria verso Venezia, mentre da Pesaro e Cesenatico verso l’Istria e le isole dalmate, dei collegamenti con le Tremiti ed alcune rotte orizzontali come la Bari-Dubrovnik”.

Stefania Vicini

Fonte: Risposte Turismo – Adriatic Sea Tourism Report 2023 

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