Prende l’avvio oggi una rubrica “stagionale” che cercherà di entrare nel vivo dell’operatività delle agenzie di viaggi in una estate che si profila positiva sul fronte della domanda, ma che al tempo stesso dovrà fronteggiare problematiche varie. In questa puntata diamo voce a Gabriella Aires, presidente di Fiavet Piemonte.
Un numero su tutti
Un numero su tutti: 70 clienti in un solo pomeriggio. E’ il numero che ha citato la Aires riferendosi al numero di persone che ha dovuto gestire nel venerdì seguente alla Pasqua (soltanto al pomeriggio) nella sua agenzia di Chieri, in provincia di Torino. “Il problema che abbiamo è quello di smaltire il lavoro – sottolinea l’agente di viaggi -. Ci sono tante richieste e direi che si assiste anche ad un buon tasso di concretizzazione pratiche. Riceviamo più conferme dal lunedì al venerdì che non al sabato e alla domenica”. Sembra strano vista la situazione economica contingente, con l’inflazione in atto, i tassi dei mutui in folle crescita e i rincari su qualsiasi genere di prodotto e di servizio.
Cosa chiedono in adv
“Le persone chiedono il mare del Mediterraneo – spiega Aires – certo fanno attenzione ai prezzi, ma nonostante gli aumenti non rinunciano alla vacanza. Stiamo già vendendo bene l’estate e mi riferisco a giugno, luglio, agosto. Dobbiamo renderci conto – dichiara – che si è verificato un cambio di mentalità post Covid: il momento esperienziale legato alla vacanza diventa importante e prevale anche sugli acquisti di abbigliamento piuttosto che di elettrodomestici di uso comune”.
Meno bus, meno autisti
Questo non vuol dire che tutto fili liscio: a cominciare dal cambio di operativi, dai ritardi aerei. Ma non solo. Il mercato dei viaggi in bus è ripartito ed è sempre più segmentato: “Dal pubblico giovane che viaggia tra luglio e agosto, alle signore benestanti che si muovono per visitare le mostre, fino agli amanti delle fioriture primaverili. Si stanno sviluppando tante nuove nicchie. Il problema, però, è che ci sono meno autobus e meno autisti”.
Cosa è cambiato
Ripercorrendo il mercato, Aires spiega che sono venuti a mancare alcuni fornitori di servizi, ci sono meno autobus rispetto a quanto sarebbe necessario avere e tanti autisti hanno cambiato mestiere: “Chi si è dedicato ai bus di linea, chi ha optato per la guida dei camion…”. Un esempio? “La Valle d’Aosta non ha il collegamento con la Svizzera che aveva, dopo la sospensione di una tratta”. Altro nodo è rappresentato dagli hotel: “Si fa fatica a trovare gli hotel – avverte Aires -. A Roma, ad esempio, ha chiuso un buon numero di strutture, poi c’è anche il fenomeno del turismo individuale che – attraverso le Ota e non – porta via le camere”. Vogliamo poi parlare dei pasti? Sempre in tema di viaggi in pullman, la presidente di Fiavet Piemonte dice: “Un tempo potevamo inserire in pacchetto un pranzo al ristorante al costo di 25-30 euro, mentre oggi ci vogliono dai 35 ai 40 euro per lo stesso pranzo. Anche in questo caso si è verificata la chiusura di diversi esercizi”. Un altro aspetto, non legato alla stagione estiva, ma al sistema sanitario vigente è quello che determina la chiusura di tante trattorie e locali tipici che davano identità alla cucina, ma che ora rischiano di scomparire, così come le loro proposte gastronomiche, per le imposizioni dell’Asl.
Laura Dominici