Il tema del mercato del lavoro turistico e del reperimento del personale al centro del dibattito organizzato da Enit con il ministero del Turismo, Federalberghi, Federturismo. Ne è emersa una fotografia che rileva l’esistenza di una carenza strutturale che deve indurre a divenire più attrattivi.
La mappatura delle competenze
“Il sistema del turismo ha agito finora con limiti. Solo da un anno finalmente esiste un ministero del Turismo ad hoc con portafoglio proprio per sostenere il valore e il peso che il settore ha per tutto il comparto economico. La cattiva rappresentazione della filiera e la narrazione sbagliata della nomenclatura e della considerazione delle competenze a livello sociologico è stata finora disincentivante. Essere impiegati nel settore è da troppo tempo visto come un ripiego lavorativo. Non esiste lavoro di serie a e serie b”, afferma Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit intervenuta a Forum Pa.
A detta di Jelinic “di base c’ è un problema culturale. Ci vuole una mappatura delle competenze e l’abbattimento della discrezionalità formativa lasciata a enti di formazione, presidi e camere commercio. Si genera frammentazione. Il tema della concorrenza è un tema importante dobbiamo essere competitivi e capaci di farci scegliere a livello internazionale, tenendo presente che nel turismo la competizione non è tra imprese all’interno della nazione, ma tra destinazioni quindi tra l’Italia e altre mete nel mondo. Se il turismo vale il 13 per cento del Pil, numero anche ridimensionato rispetto alla portata se si tiene conto dell’indotto, va tradotto in scelte politiche mirate e centrali perché è un comparto che genera valore a tutta l’economia. In questo contesto il sistema camerale e del mondo delle imprese è andato a colmare un gap che c’era e a cui la politica prima non dava risposte. Siamo qui oggi per cercare strumenti da tradurre in decisioni con politiche di formazione e riqualificazione del personale in qualità di risorsa strategia del settore”.
La formazione di primo livello
Riscontri positivi arrivano direttamente dal ministero del turismo, con Barbara Casagrande, segretario generale ministero del Turismo che rileva la nascita di nuove sinergie per questa prima volta del Ministero al Forum Pa che “ha scelto di esserci insieme alle parti sociali. I due punti fondamentali con cui si vuole fare turismo è quello di mettere al centro le persone per fare rete e ascoltare. Perché finzioni il sistema non bisogna dimenticare le persone. Siamo persone che credono nel nostro Paese e che vogliono che il nostro Paese sia conosciuto. Vogliamo che si venga a scoprirlo e vogliamo condividerlo, non tenerlo per noi. Abbiamo avviato i contatti con i rettori italiani per un lavoro di ricognizione dei percorsi frammentati sul turismo e intanto stiamo avviando un master, ma resta da lavorare sulla formazione di primo livello oltre ad essere partito il liceo del Made In Italy. Tutto atterrerà sul portare del turismo digitale che nel 2026 sarà uno strumento straordinario”.
Uniformare il percorso professionale
A detta di Marina Lalli, presidente Federturismo Confindustria, “va uniformato il percorso professionale perché altrimenti i territori si orientano senza una rotta e tutto è lasciato al buon senso degli operatori di turno. Anche se il turismo è stato un grande ascensore sociale perché spesso i direttori sono diventati tali facendo gavetta dal basso, è giusto anche che venga strutturato in considerazione dei volumi d’affari forti e lo sforzo di emergere rispetto alle altre nazioni. Attualmente i problemi sono due: mancanza di personale e quindi sarebbe necessario un intervento del governo sui compensi dei lavoratori e incentivi fiscali. E poi sul lungo periodo la situazione puó essere risolta a livello governativo, disegnando percorsi di formazione standardizzati per tutte le categorie del turismo”.
Un problema non solo italiano
Un fenomeno non solo italiano quello della difficoltà di reperire personale qualificato. Lo segnala Alessandro Massimo Nucara, direttore generale Federalberghi e presidente Ente Bilaterale Nazionale del Turismo “è un problema esploso ancora di più con la pandemia. La chiave di lettura è creare relazioni salde con i collaboratori. Lavorare mentre gli altri si divertono non è facile non è da tutti non è per tutti. E si entra nell’ottica di considerare il lavoro nell’ambito turistico come una missione oppure è necessario attivare delle politiche incentivanti”.
La proposta di Isnart
Va incontro al tema la proposta della presidente di Isnart, Loretta Credaro puntando “ad una certificazione delle competenze con credenziali individuate dopo un confronto pubblico e privato. La creazione di un’academy che allinei la formazione per ridefinire il modello. Senza turismo non c’ è commercio – dice -. Occorre far crescere la consapevolezza in un sistema critico. Stiamo cercando di portare avanti percorsi di alternanza e affianchiamo nelle imprese turistiche e percorsi per le competenze trasversali”.