Nei cieli è “merger mania”

Prende avvio da questo numero la collaborazione del prof. David Jarach, executive chairman della società diciottofebbraio, con Guida Viaggi magazine e il sito online guidaviaggi.it. Nei suoi editoriali leggeremo l’attualità del trasporto aereo e del business travel. In questa prima analisi, sotto esame gli effetti del revenge travel e la ripartenza del progetto di fusioni. Dopo la dolorosa finestra pandemica, con il conseguente blocco a terra di gran parte delle operazioni di volo, il settore del trasporto aereo sta ora sperimentando una significativa ripresa delle attività, per molti versi superiore rispetto anche alle più rosee previsioni.

Gli effetti del revenge travel

Il “revenge travel” sta, infatti, connaturando non solo la componente di traffico turistico, ma anche la domanda d’affari, con la conferma della resilienza del contatto umano per la definizione e la conservazione dei momenti di business. Quale plastica dimostrazione di quanto appena detto Lufthansa ha comunicato qualche giorno fa ricavi in crescita del 40% nel primo trimestre di quest’anno, con previsioni ancora più positive per l’imminente picco estivo. Ancora, tornano in servizio molti aeromobili parcheggiati nei depositi europei, tra cui gli enormi A380, proprio per far fronte alla crescita esponenziale della domanda.

Ripartenza delle fusioni

Una maggiore disponibilità di risorse finanziarie comporta, di conseguenza, anche la ripartenza dei processi di fusione ad acquisizione in Europa, ove i principali gruppi (Lufthansa, Air France/Klm e Iag) sono all’opera per studiare vari dossier. Se su Ita Airways la partita, giocata peraltro ad un piano tutto politico, sembra limitata alla sola Lufthansa data l’assenza di altri pretendenti, la competizione sembra più accesa per ciò che concerne il vettore portoghese Tap. Qui la stessa Lufthansa ed Air France-Klm da tempo sono in lizza per l’acquisto di questo vettore, che sprigiona si medio-piccole dimensioni, ma vi abbina un posizionamento di mercato interessante e complementare ad entrambi i gruppi pretendenti. Da un lato Tap potrà portare in dote al suo futuro acquirente una posizione di leadership indiscussa da e per il mercato Brasile, ove il carrier portoghese serve più destinazioni ed offre più frequenze rispetto ad ogni altro attore. Dall’altro, la flotta di Tap ha già sperimentato un processo di rinnovamento ed ha già introdotto nuove tipologie di velivoli, quali i nuovi A321LR, che assicurano connessioni a costi operativi contenuti anche verso rotte “sottili”. Infine, Tap ha saputo sviluppare negli anni il suo hub presso Lisbona, in primis verso il Nord e Sud America, che peraltro beneficia di minore overlapping rispetto ad altre situazioni ubicate nel centro-Europa. È bene ricordare che Tap è oggi parte di Star Alliance ma, come il caso Ita Airways insegna, l’uscita ed il passaggio ad altra alleanza non rappresenta più un significativo problema, come invece in passato.

La merger mania

È comunque facile pronosticare che la “merger mania” in Europa non si fermerà ai due iconici casi rappresentati da Ita Airways e Tap. Altri dossier, infatti, sono già da tempo sul tavolo di investitori industriali e finanziari, a partire da Sas e dalla polacca Lot; su quest’ultima, in particolare, già in passato era stata forte la pressione, poi stoppata a livello politico, da parte di attori mediorientali. Certo, sembra evidente che nel XXI secolo il concetto stesso di “vettore di bandiera”, posseduto e controllato dallo Stato di riferimento, sia quanto mai desueto oltre che inefficace, poiché non in condizione di sprigionare una dimensione ottima minima di aeromobili oggi stimata in Europa nell’intorno dei 400 velivoli. Questo ragionamento, che è dimostrato dalle significative e strutturali perdite registrate in poco meno di due esercizi da parte di Ita Airways, allarga allora il ragionamento anche ai vettori low cost. Fatto salvo il percorso di autonomia di Ryanair e Wizzair, easyJet (già oggetto nei passati mesi di un tentativo di takeover da parte di Wizzair) e Volotea rappresentano realtà che potrebbero presto entrare in un panorama di M&A con un altro attore, aerolinea tradizionale o concorrente low-cost.

L’insegnamento chiave

Del resto, un insegnamento chiave della pandemia è riferito alla necessaria disciplina in termini di capacità produttiva richiesta ad ogni vettore per il raggiungimento della sostenibilità economico-finanziaria. In questo senso, meno voli, più pieni e con prezzi più alti sembrano i nuovi mantra nel mercato: i prossimi mesi potrebbero davvero cambiare la mappa delle operazioni in Europa.

David Jarach

Tags:

Potrebbe interessarti