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L’ospitalità e la sfida delle esperienze: la lezione di Ihif

Un settore che dà un ottimo ritorno sugli investimenti ma che presenta ancora dei problemi strutturali da affrontare. E’ il ritratto del mondo dell’ospitalità emerso dall’ultimo Ihif di Berlino, che ha riunito più di 2.500 membri della comunità degli investitori dell’hospitality.

Gli obiettivi dell’edizione 2023 erano chiari: discutere strategie audaci, ispirare e informare in un ambiente macrovolatile. Il discorso di apertura del professor Ian Goldin, docente di globalizzazione e sviluppo a Oxford, ha reso chiaro ai delegati che l’ospitalità è un “buon investimento”, ma che è afflitto dalla mancanza di un’efficace attività di lobbying, da un’inflazione sempre più elevata e da problemi di personale.

Goldin ha quindi suggerito al settore di essere proattivo e “in anticipo sui tempi” per cogliere le opportunità: “Il settore dell’ospitalità deve fare di meglio, per offrire esperienze desiderabili e che durino nel tempo: essere nel posto giusto sta diventando sempre più importante per gli investitori”.

Offrire alle persone esperienze preziose e creare un senso di comunità sono stati l’oggetto di altre sessioni di Ihif, incentrate sulla diversificazione e sulla fusione dei concetti di ospitalità. “Bisogna aggiungere sostanza, non solo stile – ha affermato Shafi Syed di Equinox Hotels -. Se vuoi espandere il marchio devi avere credibilità e una storia forte e autentica, e concentrarti sulle esigenze specifiche del cliente”.

Sebastien Bazin, presidente e ceo di Accor, ha parlato della gestione degli standard del marchio e del suo odio per il termine “AI” all’interno dell’ospitalità. Ha detto: “Non c’è niente di artificiale nell’intelligenza artificiale, dovrebbe essere chiamata intelligenza aumentata. Ne abbiamo bisogno, ricordandoci però che le persone viaggiano per costruire momenti e interazioni”.

Il ceo (dimissionario) di Ihg Keith Barr ha invece affermato di ritenere che l’ospitalità abbia tutte le carte in regola per prosperare, dal momento che i consumatori post-pandemia sono più interessati alle esperienze che agli oggetti materiali: “Le persone non comprano televisori, automobili e merci, ma acquistano esperienze e biglietti aerei, prenotano ristoranti e hotel. Questo è un ottimo segnale”. 

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