L’antefatto è che l’ufficio legislativo del ministero del Turismo, Daniela Santanchè, ha licenziato, e condiviso con gli operatori del settore, il Ddl che punta a «fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”. Con l’articolo 3 (Codice identificativo nazionale) il Ddl Santanchè contrasta la frammentazione della normativa regionale e rende obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale (Cin) rispetto ai venti Codici identificativi regionali (Cir) attualmente esistenti. Sarà obbligatorio anche per le Ota e sono definite delle sanzioni per chi disattende il provvedimento.
Federalberghi: “C’è molto da lavorare”
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha subito provveduto a precisare che “siamo pronti ad offrire il nostro contributo al Governo e al Parlamento, per la costruzione di un sistema equo e trasparente. Ma non possiamo nascondere la nostra delusione per il contenuto della proposta e riteniamo che ci sia molto da lavorare, se si vuole veramente giungere a una soluzione capace di incidere concretamente sul problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo che inquinano il mercato”.
Per l’associazione delle imprese turistico ricettive, occorre anzitutto intervenire sul cosiddetto “minimum stay”. Considerato che la permanenza media negli esercizi ricettivi italiani è di 3,3 notti, affermare che il soggiorno nelle locazioni turistiche non può essere inferiore a due notti “suona come una presa in giro, in quanto significa che la nuova normativa si applicherà solo su a una minima parte dei flussi turistici. Ad esempio, saranno esclusi tutti i soggiorni per vacanza, a partire dai week end, per di più solo in una minoranza di comuni”.
“Altrettanto importante – secondo Federalberghi – è il ruolo da conferire ai sindaci, ai quali dev’essere restituita la facoltà di governare il territorio”. Infine per Bocca occorre prevedere un efficace sistema di controlli e di sanzioni.
Majorino, Pd: “Aprire subito il confronto”
“Alla luce delle notizie apprese dalla stampa riguardo il disegno di legge sugli affitti brevi il Ministro Santanchè apra subito il confronto e ascolti le opinioni delle opposizioni – commenta Pierfrancesco Majorino, membro della Segreteria Nazionale PD con delega al diritto alla casa e capogruppo PD in Regione Lombardia – delle organizzazioni del terzo settore e di rappresentanza e apra il confronto con gli amministratori delle città maggiormente interessate dal tema. Non possiamo perdere l’occasione e concepire, al contrario, un provvedimento scarsamente impattante sulla realtà. Alcuni amministratori di grandi città stanno sollevando la preoccupazione sacrosanta che un provvedimento come quello annunciato alla fine si riveli parzialissimo e poco efficace. Se il ministro dialogherà con le città otterrà un risultato indiscutibile, quello di realizzare un provvedimento largamente condiviso. Attualmente il rischio è che non si vada in questa direzione e ciò non sarebbe utile alle nostre comunità. I sindaci, di qualsiasi colore, sono le figure che meglio conoscono i territori”.