Ci sono due dati di fatto, uno è che l’advanced booking è tornato, l’altro che il cliente è tornato a prenotare. “Un giusto ottimismo generato dall’inverno”, osserva Sergio Testi, direttore generale Gruppo Gattinoni, che dà il suo contributo al racconto dell’estate da parte della distribuzione, rubrica che Guida Viaggi ha lanciato di recente per offrire un quadro il più possibile completo dello scenario che sta caratterizzando la stagione.
Parlando di tempistiche di prenotazione, Testi osserva che, “si è passati da una prenotazione a 20 giorni prima della partenza a una prenotazione a 2 mesi o a 60 giorni. C’è però ancora una bella differenza con il 2019 – mette in guardia il manager -, che andrà a generare un’offerta last minute, che non amiamo né noi né gli operatori. Dodici mesi stabili è l’obiettivo primario e per ora ci siamo, ma non ancora con la curva della domanda”.
Libertà nel prenotare
Tra le parole chiave indicate dal manager c’è libertà. In che senso? Nel senso che “il cliente si sente più libero di prenotare. Continua a scegliere soggiorni da 7 e 14 notti, ma c’è molta richiesta per soggiorni di durata diversa, da 5, 6, 7, 8 giorni”. Un comportamento d’acquisto figlio del fatto che il cliente si è abituato “a tante proposte low cost o del mondo alberghiero, cioè il prodotto delle banche letti, del post pandemia e sta proseguendo su questa strada”. Secondo Testi si deve cercare “di rieducarlo”, ma c’è anche da dire che in alcuni casi “è una risposta ad una esigenza che porta a fare soggiorni più brevi e più volte l’anno. Un comportamento che è figlio di situazioni economiche e di libertà. Non c’è più il concetto della vacanza estiva come la si poteva intendere una volta, ma più vacanze nei dodici mesi”.
Due tipi di clientela
Ci sono due tipi di clienti, osserva testi. Il cliente famiglia “che predilige il prodotto del villaggio caratterizzato e la coppia, che predilige il prodotto resort in grado di dare servizi, tra Spa, degustazioni e ristoranti. Sono due fenomeni che in passato avevamo un po’ confuso e mescolato tra di loro, anche per comodità”, riconosce il manager.
Un altro aspetto messo in luce è che si passa “da un inverno con una offerta di prodotto per l’80% sul segmento medio, medio-alto ad un’estate con una offerta mass market“. In pratica si sta assistendo a “un ritorno della domanda di viaggi, con il lungo raggio anche d’estate e l’apertura di tutte le destinazioni, il che è positivo per tutti. Nei viaggi si assiste ad una maggiore richiesta di prodotto su misura e in libertà, certo – fa presente Testi -, il cliente della terza età continua a prediligere il tutto confezionato con accompagnatore, ma c’è chi desidera fare i tour in proprio, avvalendosi della consulenza di una adv e del prodotto di un t.o, ma in chiave più personalizzata. Il che va a favore dei piccoli operatori e genera per i grandi una richiesta di elasticità”.
La lettura dei numeri
Nel caso del Gruppo Gattinoni il trend viaggia su di un +20/25% a seconda delle mete. “Dalla catastrofe che ha colpito il Centro-Italia – così si esprime il manager in merito alla alluvione – i numeri, a seconda delle settimane, sono passati a un +3%, +5%, +6% sul 2019, cioè non sono più a due cifre”.
Se si guarda al 2022, “dove si faceva anche un +100%, oggi si registrano anche dei meno”, però il manager invita ad una lettura corretta dei numeri e pensa che sia giusto “fare un parallelismo con il 2019 perché è stato un anno che ha avuto continuità”. Quanto alla situazione legata alla alluvione, ci tiene a porre l’accento sull’effetto “straordinario della capacità di reazione della regione. Probabilmente l’Europa ci sta osservando come esempio. Noi abbiamo casi di adv all’interno dei centri commerciali che hanno avuto problemi. Qualcuno sta riaprendo”, afferma.
Tra promo e last minute
Il manager osserva che, quel dato di mercato che indica una flessione , è dovuto anche ai prezzi, che il target mass market non è in grado di sopportare. “Pertanto, ci saranno delle iniziative da parte degli operatori e della distribuzione, riusciremo a generare la ripresa, magari con fatica, magari più disorganizzata. Da tutto ciò ne conseguiranno campagne promo e qualche iniziativa last minute“, ribadisce il manager.
Quanto all’aumento dei prezzi sui pacchetti sostanzialmente è sugli hotel e sul volato. “I primi hanno avuto i rincari sulle materie prime, i secondi in termini di fuel e hanno risentito del problema legato al personale. Il che ha portato a situazioni di prezzo che non avevamo mai visto che, sul cliente di target medio e medio-basso, possono generare qualche frenata. Bisogna quindi stare attenti, non possiamo pensare che gli aumenti siano nell’ordine del 20/25%”, mette in guardia il manager.
Stefania Vicini