“Il rilancio è alla nostra portata”. Un rilancio che passa dal sostegno alle imprese, grazie a due accordi con Intesa Sanpaolo con un plafond creditizio di 5 miliardi di euro destinato alla riqualificazione dell’offerta, da intese nei territori a ulteriore suggello della partnership che non si esita a definire “strategica”. Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, ha aperto la 73ma assemblea nazionale con esempi concreti della direzione che l’associazione vuole prendere nei prossimi dodici mesi. Il tutto sulla base di numeri che parlano di “buoni risultati dell’ultima parte dell’anno, ma di presenze turistiche che nel 2022 sono state ancora al di sotto di quelle registrate nel 2019”. “La ripresa è alle porte ma non ancora completamente avviata – ha avvertito Bocca -, le prospettive sono buone, ma sappiamo tutti che con le prospettive non si fanno i bilanci; quindi, occorre essere fiduciosi ma al tempo stesso non illudersi che basti una buona stagione per riparare al disastro degli anni scorsi”. E poi c’è Mr. Hyde, l’altro volto della ricettività, uno spettro che ormai ha preso sembianze molto reali: “Ha molti simpatizzanti secondo i quali si crea ricchezza pur non avendo alcun titolo”.
L’economia monodimensionale
“Non sono d’accordo – ha proseguito Bocca – con chi vede nel futuro del nostro Paese solo il turismo, i servizi. Non è verosimile che una grande nazione come la nostra abbia un’economia monodimensionale – ha spiegato il presidente -. Ma il turismo è il volano della nostra economia, in grado di generare ricchezza per altri settori: dall’agroalimentare al commercio, alle costruzioni, dalla logistica ai trasporti fino alla cultura”. L’obiettivo è “creare una legacy per il nostro Paese: un’eredità che da molti anni è ormai il nostro leitmotiv. Il turismo lavora per l’Italia e vuole assicurare ad essa un futuro migliore”.
Il bilancio a oggi
Secondo i dati ancora provvisori dell’Istat, nel corso del 2022 le strutture ricettive italiane hanno registrato 396 milioni di presenze, con un calo del 9,3% (40,7 milioni) rispetto ai 436 milioni del 2019. Per gli stranieri la flessione è stata del 12,8% (-28,2 milioni), mentre per gli italiani del 5,7% (-12,3 milioni). La spesa dei turisti stranieri in Italia, stando ai dati di Banca d’Italia, è stata pari a 42,1 miliardi di euro, il 5% in meno rispetto al 2019. “I numeri dei primi mesi di quest’anno fanno pensare che il 2023 si possa chiudere con un ritorno ai livelli pre-pandemici – ha affermato Bocca -. Sono positivi anche i dati sul fatturato, anche se non va dimenticata l’impennata dei costi, in particolare quelli del gas e dell’energia elettrica e la conseguente erosione dei margini”.
L’offerta ricettiva e le risorse
Se è vero che l’offerta ricettiva è stata in costante miglioramento negli ultimi 30 anni, “non bisogna sedersi sugli allori – ha ammonito il presidente -. Ci sono competitor agguerriti, con capitali immensi, come i fondi. Le imprese italiane possono vincere questa sfida solo puntando sulla qualità”. Servono condizioni di sistema che agevolino e sostengano continui investimenti: “Il Pnrr ha realizzato delle importanti opportunità, ma non sono sufficienti. Basti pensare – ha sottolineato Bocca – che alla cultura, che rappresenta il 3% del Pil nazionale sono andati 6,8 mld di euro, al turismo che conta per l’11% ne sono stati destinati 2,4: un terzo. Ecco cosa succede a essere ospiti di un altro ministero (allora turismo e cultura erano sotto lo stesso dicastero, ndr)”. Oggi c’è finalmente “una cabina di regia – ammette il presidente – e ci saranno residui. Il tema – sottolinea Bocca – è dove andranno a finire. Contiamo sul ministro Santanchè per questo”.
Mr. Hyde
C’è poi il tema delle presenze non registrate: Mr. Hyde. “Il doppio oscuro – ha commentato Bocca – del Dr. Jakyll rappresentato dall’ospitalità regolare”. Nel turismo, segnala il presidente, oltretutto, a differenza degli altri settori, in cui la valutazione è fatta in base all’apporto alla ricchezza nazionale, ci si accontenta di stabilire il numero delle presenze turistiche ufficiali, per altro non esatte, perché non conteggiano le presenze non registrate. Mr. Hyde, secondo lo studio realizzato con Sociometrica, ossia le presenze non registrate, contano per il 23,6% dei flussi turistici, rappresentano solo l’11,9% dei consumi turistici e di conseguenza una analoga percentuale nella creazione di ricchezza e di occupazione. L’economia generata dalle presenze non registrate copre un valore complessivo che riesce a finanziare 137mila posti di lavoro (nel complesso dell’economia locale), mentre l’economia fondata sulle presenze alberghiere riesce a generare oltre un milione di occupati (sempre nel complesso dell’economia). Ci troviamo di fronte a due modelli di crescita del turismo fondati sulla diversa tipologia dell’alloggio: il primo modello ha il driver nella maggiore presenza alberghiera e il secondo è guidato, al contrario, dall’offerta delle seconde case. Si tratta di due modelli intrinsecamente diversi: “Quando il fenomeno turistico è guidato dagli alberghi – riconosce Bocca – la destinazione ha bisogno di una maggiore complessità organizzativa e ha perciò la necessità di generare più figure professionali, un ventaglio più ampio di servizi offerti e produce di conseguenza una maggiore capacità di coinvolgere altri settori, oltre a quelli direttamente legati all’economia dell’ospitalità. Si crea, quindi un maggior fatturato per il territorio. In queste aree l’incidenza alberghiera è preminente e anche per questa ragione le destinazioni riescono a entrare maggiormente (e meglio) nei circuiti del turismo internazionale”. All’opposto, guardando alle destinazioni che hanno la maggiore proporzione di seconde case, “vediamo che la loro capacità di generare ricchezza (a parità di numero di presenze) è nettamente inferiore”.
I margini di recupero
Bocca si rivolge dunque ai politici: “Se aveste incentivato la legalità avreste ottenuto risultati dieci volte migliori”. Non tutto è perduto, “c’è ancora spazio di recupero”, afferma il presidente. Vanno però messe in atto delle azioni: “Intanto ridurre il carico delle tasse – esemplifica Bocca -, poi eventi come Cortina 2026 che si spera che faccia scuola per chi vuole portare grandi eventi sul territorio, come la Ryder Cup, il Giubileo, la candidatura di Roma per Expo 2030″. A latere esistono anche eventi più piccoli, che possono svolgersi in un’Italia che è bella in tutte le sue regioni, “anche nelle parti meno frequentate”. I numeri di Pasqua e dei ponti dicono che “il 92% degli italiani ha fatto le vacanze in Italia. Il primo mercato per noi è quello nazionale, è lui che ci accompagna nella nostra attività. Il turismo deve essere valorizzato sempre, e non solo quando c’è da spillare quattrini ai turisti attraverso la tassa di soggiorno per riempire le casse”, ha detto senza mezzi termini il presidente.
Il nodo personale
Bocca non ha mancato di tornare sul tema della forza lavoro: “Territori e imprese ci dicono che trovare personale è uno dei maggiori problemi”. “Negli anni passati – ha proseguito il presidente – abbiamo lavorato per assicurare il massimo in termini di copertura di integrazione salariale per i nostri dipendenti, quando le imprese erano vuote per la pandemia. Ora stiamo lavorando per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, sia in termini di profili e di competenze, sia in termini di quantità. Abbiamo raggiunto importanti accordi con i rappresentanti delle istituzioni formative secondarie superiori e terziarie non universitarie. In alcuni casi siamo stati i primi in Italia a proporre soluzioni, come ad esempio l’attivazione dei percorsi di apprendistato duale. Da sempre guardiamo all’estero per la ricerca di collaboratori. Oltre un quarto dei dipendenti delle aziende alberghiere sono stranieri. Per questo motivo abbiamo chiesto modalità di ingresso per i lavoratori esteri qualificati più snelle”.
Le priorità
Bocca ha infine indicato le priorità da tenere a mente: la diminuzione della pressione fiscale, “in primis riducendo le tasse sugli immobili, che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote, il sostegno agli investimenti, con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, da rendere strutturale, lo sviluppo di nuovi servizi, riformando le regole che non consentono agli alberghi di ampliare l’offerta, come nel caso della ristorazione per i non alloggiati, della direttiva sui pacchetti turistici e delle concessioni demaniali prospicienti le strutture ricettive, il contrasto all’abusivismo, l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture in modo che siano degne di questo nome”.
Nicoletta Somma
Intesa Sanpaolo: investire per migliorare la qualità
“Negli ultimi tre anni abbiamo erogato 7 miliardi. Ci aspettiamo che queste somme vengano utilizzate il più possibile. Un investimento è importante se c’è un innalzamento del livello qualitativo e i cinque miliardi sono lì per quello”. Così si è espresso Stefano Barrese, responsabile divisione banca dei territori Intesa Sanpaolo. Migliorare la capienza, anche per attrarre turismo business, e la qualità sono gli obiettivi, ha commentato il responsabile. “Abbiamo l’opportunità di fare sinergia con il Fondo Rotativo, di affiancare a questo quanto previsto con il Fondo per il Turismo e di Fondi Bei. C’è tutta la volontà di dare una spinta importante”, ha commentato Barrese. Secondo gli studi di Intesa Sanpaolo, per ogni 100 euro spesi nel turismo se ne creano 144 di Pil aggiuntivo. Per i Suite Loan, se vengono destinati per innalzare la qualità, l’istituto creditizio “arriva a dare 40 punti base di vantaggio di prezzo. Stessa cosa per gli S-Loan, più orientati sulla digitalizzazione e l’impronta ambientale”. Intesa Sanpaolo ha un team di tecnici di settore turistico che affiancano il personale di banca nella creazione degli investimenti. Ma il livello dei tassi? “E’ più alto, ma non è un elemento problematico. Il sistema bancario – ha risposto Barrese – ha lavorato per mettere in sicurezza le aziende nel Covid e negli anni precedenti e l’80% dei mutui in banca è a tassi fissi. Dal 2020 a oggi ammontano a 85 miliardi di prestiti a medio lungo termine con spread da 0,50 a 1,50”. N.S.