Il lavoro in hotel è andato svalutandosi nel tempo, con un conseguente allontanamento delle risorse e per attrarre oggi il personale sono necessarie azioni a breve, medio e lungo termine. Secondo Palmiro Noschese, hotelier & luxury hospitality developer fractional executive e chairman Confassociazioni for Tourism Hospitality Food & Beverage, non solo bisognerebbe fornire come un tempo si faceva vitto e alloggio al personale, ripristinando per esempio le foresterie, ma anche dare vita a una scuola di alta formazione per i futuri manager in Italia: “Il ministero del Turismo dovrebbe essere il trait d’union per una leadership che crei questo istituto formativo”. Le risorse non mancano: “Si potrebbe sfruttare quelle del Pnrr e con il supporto di realtà come Confassociazioni Tourism, Ehma, Federalberghi, Federturismo realizzare una scuola sul modello di quelle di Losanna, Glion, Les Roches e Cornell University”. Noschese lancia un’idea molto concreta, alla cui realizzazione sta proattivamente lavorando: “Una docu-experience – afferma Noschese -, una serie tv che crei brand awarness per sviluppare talent acquisition con testimonial dei migliori alberghi in Italia”. Una sorta di Masterchef in cui “le risorse degli hotel riescano a far innamorare gli spettatori di questo lavoro”. Il manager ha già discusso l’idea in occasione del recente International Hospitality Investment Forum di Berlino: “Ho raccolto ampia disponibilità da parte di diversi hotel che avrebbero già delle persone motivate a realizzare la docu-experience”, racconta Noschese. Da trovare sarebbe “la casa produttrice che si interessi a questo progetto”. Noschese vorrebbe che sbarcasse su piattaforme come Mediaset, Sky, Netflix o Rai. Non si tratta, ad ogni modo, di una “mission impossible”: “Dieci anni fa – dice il manager – ho realizzato una serie di puntate dal titolo ‘Hotel sei stelle’ che avevano come tema l’impiego di risorse diversamente abili con aipd ed è stata trasmessa da Rai 3, raggiungendo un’audience di 6 milioni di spettatori”. Interlocutori privilegiati dovrebbero essere Enit, ministero del Turismo e del Lavoro. Ma a quali modelli dovrebbe ispirarsi l’hôtellerie nel loro sviluppo? “Al settore retail – risponde il manager -; gli alberghi dovrebbero disporre di spazi che si identifichino con il territorio. Non solo, nelle hall si dovrebbero trovare botteghe come quella del sarto, del barbiere etc, che possano essere utilizzate dal cliente e dal locale, così come sempre più oggi l’offerta ristorativa è aperta al pubblico”. Quali nuovi target da tenere sott’occhio? “Il lusso sta andando molto forte – sostiene Noschese-, così come il bleisure ed eco lodge resort. L’albergatore deve essere attento a carpire queste esigenze per poi proporre un’offerta capace di rispondere ad esse, sia in termini di spazi che di pricing”.
Nicoletta Somma