Il turismo enogastronomico continua a crescere anche quest’anno. O meglio, crescono ancora i viaggiatori italiani che hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia. Numeri alla mano sono arrivati al +58% nel 2023, “+37% dal 2016 che è stato l’anno in cui è stato mappato questo dato. Sono circa 9,6 milioni i turisti che hanno fatto un viaggio con primaria motivazione negli ultimi tre anni”. A rivelarlo è la sesta edizione del “Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano”, curata da Roberta Garibaldi, presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. I risultati sono stati presentati ieri al Palazzo del Touring Club Italiano di Milano. La scelta del Tci è in linea in quanto, come sottolineato da Giulio Lattanzi, direttore generale Touring Club Italiano, “il tema enogastronomia la fa da padrone nel nostro dna da sempre. La prima guida enogastronomica d’Italia è del 1931 e l’ha pubblicata il Tci”.
Una motivazione trasversale
Il tema centrale è che l’enogastronomia “accompagna il viaggio di tutti, abbraccia l’interezza dei turisti, è diventata un perno del viaggio”, ha sottolineato Garibaldi, 7 su 10 ne hanno svolti almeno cinque nel corso dei viaggi più recenti, il che si traduce in un +25% sul 2021. E interessa “tutte le fasce di età. Per l’Italia c’è una prevalenza del Sud e delle isole. I turisti enogastronomici italiani continuano a voler fare i viaggi enogastronomici in Italia, la maggior parte sono viaggi domestici, anche se c’è un +4% di chi ha fatto un viaggio sia in Italia sia all’estero”. Il che identifica un “turista che è più maturo, in quanto sceglie da fare viaggi anche in altri Paesi”.
Piace anche agli europei
Garibaldi sottolinea che c’è anche “un ampio numero di europei che vuole fare questa esperienza nei prossimi sei mesi. Cinque milioni e mezzo di europei hanno dichiarato di voler fare un viaggio con motivazione primaria enogastronomia”. Il tutto è in linea con lo studio dell’European Travel Commission, che rivela come le proposte enogastronomiche siano le più ricercate dai viaggiatori del Vecchio Continente nei viaggi della prossima estate insieme a quelle legate ai paesaggi naturali dove spesso sono vissute. In termini assoluti circa 21,2 milioni e 21,8 milioni di turisti hanno intenzione di viverle quest’estate.
L’abbinamento con mare o montagna
Tra le tendenze rivelate dal rapporto c’è quella di un “forte abbinamento con la parte mare e montagna. Quando si fa questo tipo di vacanza è molto interessante l’abbinamento con le esperienze enogastronomiche. Il 36% degli italiani abbina la possibilità di fare esperienze enogastronomiche o sulla costa o nelle aree interne rispetto a dove è al mare. Per la montagna può essere una leva interessante per valorizzarla anche con la neve che va a scarseggiare”.
Globalmente la propensione alla spesa è “invariata o leggermente superiore”, dato che circa 1 turista italiano su 3 dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto delle proposte enogastronomiche. C’è voglia di “spazi verdi e di allungare la stagionalità e qui il turismo enogastronomico trova uno spazio interessante”.
Le mete più gradite
Le migliori mete per gli italiani? “Come regioni al primo posto c’è la Sicilia, al secondo l’Emilia-Romagna e al terzo la Campania. Come città Napoli, Bologna e Roma”. Sul fronte estero come Paesi ci sono Spagna, Francia e Grecia, come città Parigi, Barcellona e Madrid.
Le combinazioni treno-gusto
Quanto agli spostamenti si assiste ad un “assestamento della bici, mezzo il cui uso era raddoppiato due anni fa, ora registra un calo del 6%, ma resta un tema di grande interesse. C’è una crescita dei mezzi visti come meno impattanti anche sull’ambiente, cioè treno e bus”, sottolinea Garibaldi. In particolare il treno “ben si abbina, si stanno, infatti, diversificando le proposte anche nel nostro Paese”. Garibaldi cita alcuni esempi come l’Orient Express, “che dal prossimo anno inizierà ad accompagnare i turisti in Italia e ad essere abbinato ad experience enogastronomiche, i treni storici della Fondazione delle Ferrovie, che offrono experience enogastronomiche e il treno dei Sapori del Lago d’Iseo. Ci sono diverse combinazioni treno-gusto apprezzate dai turisti”.
La lacuna
C’è però una lacuna che Garibaldi mette in luce e riguarda “la comunicazione dell’ultimo miglio, si parla molto di enogastronomia tra riviste, tv, ricette sui social, ma manca la comunicazione sulla ricchezza e sul patrimonio enogastronomico e sulla cultura del territorio nei luoghi dove è il turista. In pratica i turisti vogliono saperne di più. Si devono studiare dei modi per comunicare di più in loco”. A suo dire l’opportunità offerta dai menù digitali “è stata poco sfruttata, nella maggior parte delle volte si trova un pdf”. Garibaldi cita le etichette narranti, ma oggi “il digitale offre tante occasioni che dovrebbero essere implementate”, suggerisce.
C’è il tema del benessere, a dichiarare che piacerebbe fare viaggi enogastronomici in cui potersi prendere una pausa dalla tecnologia è oltre il 60% degli italiani. La voglia di smart working tiene, “anche in ambito rurale, i dati dimostrano che c’è interesse e un italiano su due può fare questa attività”.
Le esperienze più gradite
Il rapporto ha analizzato anche quali sono le esperienze più gradite e dove c’è spazio di crescita. E’ emerso che le esperienze culinarie nei ristoranti sono al primo posto, seguite dalle visite ai luoghi di produzione, eventi enogastronomici, esperienze enogastronomiche attive, tour e itinerari tematici. “La graduatoria vede al primo posto mangiare i piatti tipici in un ristorante locale, al secondo, in crescita sul 2021, i mercati come tipo di experience e al terzo ci sono i ristoranti o bar storici. Al quarto le botteghe artigiane del gusto. C’è una forte crescita dei caseifici”.
Tra innovazione ed esperienze
Dal canto suo il turista enogastronomico “si definisce innovativo, vuole esperienze, cerca l’autenticità, ma vuole innovazione. La sfida è bilanciare tutto questo”. Il messaggio lanciato è che c’è “bisogno di creare innovazione“. Il tutto in un quadro di ottimismo generale, in quanto “la crescita attesa del turismo è tornata ad essere importante”, sottolinea Garibaldi che cita il dato Wttc, che illustra cosa accadrà nel 2032. “Abbiamo 126 mln di posti di lavoro attesi nel turismo, con una crescita del contributo economico del travel sul Pil del 5,8% rispetto ad una crescita del 2,7% del Pil mondiale. Sarà uno dei motori del futuro. Abbiamo un tris d’assi che dobbiamo far diventare un poker, lavorando sulle leve”, afferma.
La sua presenza nel gruppo di lavoro dell’Unwto apre una finestra su alcuni dati importanti. “Da una ricerca fatta, è emerso che 21 Paesi hanno un piano nazionale sull’enoturismo, noi no. La Spagna ha inserito nel Pnrr 32 mln di euro, cui si sommano gli interventi delle regioni, per esempio la Catalogna ha messo 12 mln”. Il che ci fa comprendere perché “i più importanti eventi e manifestazioni si svolgano là, con una evoluzione del settore. Le destinazioni dovrebbero diventare più consapevoli del valore potenziale dell’enogastronomia del turismo. Sono cinque anni che è stata fatta la norma sull’enoturismo e sono tante le regioni che non hanno ancora fatto il decreto attuativo“.
Il matrimonio con la finanza
Enogastronomia e finanza un binomio che funziona in cui Unicredit crede, come sottolineato da Jacopo Benucci, responsabile corporate service model UniCredit, nel suo intervento.
Unicredit è al quarto anno di collaborazione con Roberta Garibaldi, a dimostrazione del fatto che la banca crede nel “fare sistema, nel mettere assieme operatori istituzionali e imprese, dando sostegno”. Sono stati costruiti prodotti ad hoc e strumenti, oltre al disporre di persone in grado di fornire consulenza sul mix tra “le eccellenze italiane e le possibilità che mette a disposizione la finanza. Il combinarle insieme è risultato vincente”. Numeri alla mano “Unicredit ha destinato circa 5 mld negli ultimi quattro anni al finanziamento del settore agri e turismo e in un programma lanciato ieri, ha destinato 5+6 mld a sostegno del settore e del Made in Italy”.
Stefania Vicini