Turismo enogastronomico: pianificazione e attività nel modello Visit Emilia

Non ha dubbi Cristiano Casa, presidente Visit Emilia, il tema del turismo enogastronomico “per noi è molto importante, potenzialmente abbiamo grandi possibilità. Il 20% del fatturato Dop Igp food italiano è fatto nel nostro territorio, abbiamo l’80% dei caseifici di produzione di Parmigiano Reggiano tra Parma e Reggio Emilia”.

L’inizio di un percorso

Un territorio che ha dalla sua diverse carte, tra prosciutto di Parma, vini, produzione di Parmigiano Reggiano, aceto balsamico, solo per citare alcuni prodotti noti, ma viene riconosciuto anche un tema importante: “Siamo all’inizio del percorso di sviluppo turistico del turismo enogastronomico“, afferma il presidente, riconoscendo che quella di cui sta parlando “è una terra dove gli operatori non sono più di tanto interessati a sviluppare il turismo, però abbiamo iniziato da qualche anno con una pianificazione e una gestione delle attività“.

L’importanza dei dati

Il presidente di Visit Emilia riconosce che è fondamentale “avere dei dati, il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano permette di analizzare le tendenze, comprendere gli scenari e fare anche autocritica per migliorarsi. L’aspetto positivo è che stiamo migliorando la nostra gestione”.

Il lavoro su layout e visite

Numeri alla mano “oggi sono 280 gli operatori tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia che fanno turismo enogastronomico e i produttori sono sempre più accoglienti, ma c’è da dire che visitare i prosciuttifici non è così semplice per l’esistenza di una serie di norme e vincoli legati anche alla sicurezza, però ci stiamo arrivando. Ci sono dei prosciuttifici che stanno riadattando completamente il layout per consentire le visite. Abbiamo i ristoranti. Ciò che offriamo è ancora una esperienza autentica”, afferma.

Mappare la ristorazione tradizionale

Tra le azioni messe in campo, per esempio, c’è quella della mappatura della ristorazione tradizionale, “le vecchie osterie e locande perché possano essere aiutate nella continuità. Abbiamo otto musei del cibo e stiamo portando i bambini perché conoscano le loro radici, per sapere come si fanno il prosciutto o il Parmigiano reggiano, in quanto sono loro i primi ambasciatori del nostro territorio“, afferma il manager, riagganciandosi ad uno dei temi cari a Roberta Garibaldi che è quello della salvaguardia del patrimonio enogastronomico del nostro Paese, tra ricette e tradizioni per evitare che vadano dimenticate.

Stefania Vicini

Tags: , ,

Potrebbe interessarti