Pnrr e disavanzi, un tesoretto da sfruttare

C’è chi dice 500 milioni, chi un miliardo, altri 3 miliardi. Le cifre reali sono ignote, ma una cosa è certa: dal Pnrr, o meglio, dai progetti non approvati, dovrebbero avanzare risorse, destinabili appunto al turismo. Ma cosa si potrebbe fare con questi soldi? Abbiamo interpellato le associazioni. Ecco le loro opinioni.

Un fondo per le politiche di sviluppo del settore

Il turismo si è riconfermato in modo inequivocabile come industria – afferma Gianni Rebecchi, presidente Assoviaggi -: a maggio il manifatturiero era in calo per il terzo mese consecutivo, mentre il nostro comparto era in crescita a doppia cifra”. Ma sul tema risorse in avanzo dal Pnrr il presidente è cauto: “Ci sono molte voci secondo le quali svariati progetti non sono stati approvati – spiega -; il motivo è la frammentazione, nonché la mancanza di experience e di know how. Vedremo quel che succederà”. Posto, però, che il “turismo è strategico, sarebbero diverse le cose che si possono fare – suggerisce il presidente -: per esempio istituire un fondo per le politiche di sviluppo del settore, che possa essere anche utilizzato come risorsa in casi di difficoltà. Se l’agricoltura ha un danno – prosegue Rebecchi -, ha il suo fondo che la sostiene. Cominciamo a pensare che il turismo dà lavoro a 8 mln di persone ed è strategico per il Pil. Abbiamo bisogno di metterlo in sicurezza. Poi, in un secondo momento, si potrà capire come alimentare quel fondo e eventualmente dove indirizzare le risorse: nella promozione del Paese, nella digitalizzazione, nella formazione etc. Le priorità verranno decise dal governo, l’importante è che si tratti di uno strumento snello”.

Più attenzione per l’intermediazione

Sulla stessa linea il presidente di Fiavet-Confcommercio, Giuseppe Ciminnisi: “Come Rebecchi, ritengo che sarebbe utile l’istituzione di un fondo che tenga conto degli sviluppi del Piano strategico”. Magari ampliando il discorso: “Qualcosa sul turismo organizzato c’è, ma molto poco – rimarca Ciminnisi -, soprattutto sull’intermediazione. In Spagna le risorse destinate al turismo sono 20-25 miliardi. E le agenzie sono le uniche organizzazioni in grado di assemblare pacchetti turistici. Tutti in realtà vogliono fare tutto, ma un’adv è ben diversa da un’associazione culturale”.

La penalizzazione rispetto alla cultura

“I soldi potrebbero essere ripartiti nei settori che hanno dimostrato di saper utilizzare i fondi”. Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, non ha dubbi: “Il turismo, che ha un peso dell’11% sul Pil, a oggi ha avuto 2 miliardi e mezzo, la cultura, che rappresenta il 2,4%, ne ha ricevuti 6,8 mld”. Cifre che parlano da sole: “Siamo penalizzati – rincara Bocca -, non c’è rapporto tra risorse e incidenza sul Pil. In più i fondi del bando che aiutava la riqualificazione e la sostenibilità sono stati ‘bruciati’: in un giorno sono arrivate 7.500 domande e ne sono state approvate 3.500. Il mio gruppo aveva chiesto 1 milione e ha ricevuto 200mila euro. Il turismo oggi è in grado di impiegare ulteriori risorse e di farlo in tempi rapidi”. Ma dove sarebbe opportuno impiegare gli eventuali avanzi del Pnrr? “Li metterei esattamente sul bando riqualificazione energetica e sostenibilità, che prevede un credito di imposta fino all’80% – risponde Bocca -. Non serve inventarsi qualcosa di nuovo se uno strumento ha funzionato. Anche sul digitale – dice il presidente -, dove c’è grande carenza di risorse”. Ancora: “Ci vorrebbe una scuola alberghiera di alta formazione, che prenda ad esempio Losanna. Non bisogna vergognarsi di copiare se un modello è andato bene”.

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