Ha acquistato un foglio di carta, sul quale ha costruito tutto un progetto che sta crescendo. Giuseppe Pagliara, a.d. del Gruppo Nicolaus Valtur, nel ripercorrere le tappe salienti che hanno scandito lo sviluppo del gruppo, ricorda un passaggio importante che riguarda l’acquisizione del marchio Valtur avvenuta nel 2018. “Il 4 luglio è stata indetta la gara dal curatore fallimentare dell’allora Valtur. Partecipiamo in tre aziende. Vinciamo la gara e ci aggiudichiamo l’acquisto del solo marchio Valtur per 5 milioni e 200mila euro. Abbiamo comprato un foglio di carta, non c’erano alberghi, abbiamo comprato solo il marchio su cui abbiamo costruito il nostro progetto. Nel 2022 è stato aperto il primo villaggio Valtur di proprietà”. La descrive così l’operazione il manager.
Lo sviluppo del format villaggio
Non solo, Pagliara riconosce anche che, quando è avvenuta l’acquisizione del marchio, non avevano ancora le idee ben chiare su cosa volessero fare con il brand, “tutti avevano le ricette, tra chi diceva che i nuovi villaggi dovessero essere grandi e chi invece diceva che dovessero essere piccoli e lussuosi. Secondo noi la verità la possedevano entrambi, ecco perché abbiamo creato varie linee di prodotto e ai classici villaggi, enormi da 400 camere con l’intrattenimento e lo sport, sono stati abbinate altre due linee di prodotto di cui una sono i Valtur Escape, che vanno verso il luxury, sono resort di livello alto, ed hanno due parole chiave, experience e sostenibilità. I primi che abbiamo aperto erano a Zanzibar e a Mauritius”.
L’altra linea sono i Valtur resort, sono quelli che “si avvicinano maggiormente alla villaggistica, ma con differenze importanti”. Il gruppo è stato attento a non snaturare il prodotto, ma prevede per esempio un palinsesto di intrattenimento con diversi momenti all’interno del resort, tra cui si può scegliere. Viene portato avanti un concetto di well being a 360°, “con centri benessere che sono diventati marchi nel marchio. Oltre al tema della sostenibilità”.
Quanto alla linea Italian Lifestyle Collection ha debuttato con il Valtur Cervinia Cristallo Ski Resort (30 mln di ristrutturazione, di cui il 40% a carico del gruppo), “un 5 stelle con dépendance 4 stelle, un concetto che è sposato anche dalle navi da crociera”. Con questa linea il brand Valtur “ci mette la faccia come gestore – commenta Pagliara -, in quanto deve declinare il proprio brand al 100% in termini di ospitalità, food, experience e dialogo con la destinazione. Per questo i lifestyle saranno solo in gestione”. Una formula che colpisce e lo può fare in modi differenti, per esempio anche con la presenza della figura di un grande cerimoniere, che può essere anche un artista che fa accoglienza. “A Cervinia per esempio c’era un ballerino cubano o un ex ballerino della Scala”.
Il resort aperto
Una volta acquisito il marchio Valtur, si doveva decidere anche cosa dovesse essere, afferma Sara Prontera, direttore marketing del t.o, essendo un “grande marchio associato ad un certo tipo di vacanza nell’immaginario collettivo, si voleva mantenere il suo dna di brand innovatore e attento, senza snaturarlo, ma renderlo adatto. Oggi si è arrivati ad un punto in cui si è molto chiari essendo un lifestyle brand. Diventare tale è un percorso ambizioso. In questo caso si tratta dello stile di vita italiano, che si traduce nel modo di fare bene l’ospitalità, lasciandosi contaminare dalle destinazioni, Italia, estero, medio e lungo raggio. Ora chi viaggia sul segmento upscale vuole portare con sé un arricchimento dopo la vacanza e Valtur non può non raccontare la destinazione”.
Il Gruppo Nicolaus con il suo modello di lifestyle sposa anche il concetto di resort aperto, che vede “al suo interno decine di outlet – esemplifica il manager – nel senso di servizi realizzati per i clienti che mettiamo a disposizione della destinazione in cui siamo arrivati. In questo modo gli ospiti esterni della struttura possono usufruire di alcuni ristoranti e Spa, ma nella struttura di montagna per esempio è possibile solo fino alle 16, perché poi arrivano gli ospiti Valtur”. Da qui si evince “un livello ulteriore di complessità operativa”, mette in luce Prontera, che il gruppo gestisce e porta avanti.
Stefania Vicini