Sviluppare un network estero. In Italia c’è chi sta sposando questa tesi in due modalità differenti. La prima è quella portata avanti da Travelbuy, che ha deciso di estendere la propria rete all’estero, la seconda da Evolution Travel che ha deciso di esportare il modello dei consulenti di viaggi online in Spagna, un’idea di cui parleremo in una altra puntata. In questo caso ci soffermiamo sulla scelta messa in atto da Travelbuy.
Travelbuy da Malta alla Thailandia
Il network capitanato da Alfredo Vassalluzzo ha deciso di esportare la rete all’estero, con l’apertura di una agenzia a Malta, nel centro di Paceville. La scelta è ricaduta su questa destinazione in quanto il network da anni vi era presente per via della tecnologia, “quindi espandere l’attività su quella propriamente turistica è stato naturale – spiega il manager -. A Malta, il nostro ufficio sta lavorando tanto in accoglienza e assistenza dei nostri clienti. L’agenzia sta sviluppando una programmazione autunnale e per la prossima estate, che proporremo ugualmente alle nostre agenzie”.
Come dichiarato già al tempo, lo sbarco a Malta non era destinato ad essere un caso isolato, il manager, infatti, è propenso ad aprire in altri Paesi stranieri. E così è stato, con l’apertura di un ufficio in Thailandia. L’occasione è nata dal fatto che un agente di viaggi Travelbuy si è trasferito lì. Al momento il network sta “consolidando l’attività in Thailandia che sta andando molto bene. La nostra agenzia ha già avviato l’attività di assistenza in loco per i nostri clienti italiani e sta strutturando un programma di attività, trasferimenti ed escursioni che proporremo alla nostra clientela a prezzi molto convenienti – annuncia il manager -. L’assenza dei vincoli e degli obblighi presenti in Italia agevola molto lo sviluppo delle attività all’estero e il poter contare su corrispondenti diretti in altri Paesi è un plus che viene molto apprezzato dai nostri clienti”. Non è tutto, perché Travelbuy ha in corso un progetto di apertura in Germania, a Monaco, “vediamo se si concretizza”, dice Vassalluzzo.
C’è ancora spazio in Italia
Guardando al panorama della distribuzione organizzata ci sono altre possibili mosse che vanno nella stessa direzione? Lo abbiamo chiesto a due gruppi distributivi per sondare i loro piani in merito, ma anche per leggere questo tipo di sviluppo tra pro e contro e capire cosa serva.
Dal canto suo il Gruppo Bluvacanze è già inserito in un contesto “di compagnia globale e sta sviluppando unit internazionali con le attività di business travel e per quanto riguarda il tour operating incoming; perciò, riteniamo che per affrontare investimenti così importanti sia necessario un approccio industriale”, mette subito in chiaro Claudio Busca, direzione generale leisure Gruppo Bluvacanze.
Potrebbe essere un’ipotesi valida anche dal punto di vista del retail? “Riteniamo che per almeno cinque anni ci sia ancora tantissimo da fare nel nostro Paese e sulla rete di distribuzione turistica del mercato italiano – commenta Busca – che ha un urgente bisogno di imprenditorialità. Il che significa iniziare a guadagnare da questa immensa passione che è il mestiere dell’agente di viaggio. Rendere un’attività imprenditoriale redditizia, profittevole: questo è l’impegno che dobbiamo attuare”.
Dal canto suo il Gruppo Bluvacanze prosegue spedito con il progetto di internazionalizzazione. Quanto al business travel di Cisalpina Tours sono già operative le strutture proprietarie in Turchia, in Brasile, a Cipro e negli Stati Uniti. Entro i prossimi mesi entreranno in funzione le società in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Spagna e a Cipro. Altre strutture sono in via di costituzione per espandere ulteriormente il network proprietario fino a tutto il 2023 e proseguire nel primo semestre del 2024. Come si vede adesso è in atto un processo di internazionalizziamo con il business travel, si vedrà se potrà aprire la strada anche al retail…
Al momento lo sviluppo sui mercati esteri non è tra i piani del Gruppo Gattinoni, “se dovesse esserlo in futuro – afferma il general manager Sergio Testi – sarebbe inizialmente su poche piazze specifiche di riferimento dove lo sviluppo non sarebbe soltanto sul leisure, ma anche sul business travel e sul Mice”. Il manager motiva anche tale posizione, allineandosi al pensiero di Busca, infatti “i motivi dello scarso interesse sono legati ai grandi spazi di crescita che vediamo ancora sul nostro mercato”. Le mosse fatte da Travelbuy e da Evolution Travel, vengono lette dal manager come “scelte strategiche delle due aziende che vedono più interessante una crescita sui mercati esteri rispetto ad un ulteriore sviluppo sul proprio mercato. L’altro aspetto potrebbe essere legato al valore che il nostro Paese sta riscontrando come destinazione sui mercati ed alle opportunità che queste due realtà potrebbero offrire ai loro partner esteri”, afferma Testi.
I pro e i contro
Quali sono vantaggi e svantaggi di simili operazioni, quali le possibili difficoltà con cui scontrarsi? Busca riconduce il discorso ad un elemento caratterizzante il nostro mercato, pertanto a suo dire “le prime difficoltà sono rappresentate dal fatto che il tessuto economico internazionale è spesso formato da grandi aziende, al contrario dell’Italia che, soprattutto nel turismo, vede in prevalenza Pmi.
Per Testi i pro sono legati “all’opportunità di affermarsi attraverso i propri plus sui mercati esteri, alla possibilità di crescita molto più veloce rispetto agli ultimi anni dove sul nostro mercato sono diminuite le opportunità di sviluppo di punti vendita e consulenti di viaggio a favore delle agenzie già affermate sul territorio”. Invece, i contro sono legati “alle caratteristiche ed ai comportamenti dei consumatori dei vari mercati esteri che sovente hanno regole ed impostazioni non proprio in linea con il nostro mercato e dove l’online ha pesi decisamente diversi rispetto a noi”.
I Paesi e i modelli esportabili
Se si volesse tracciare una mappa strategica dei possibili Paesi in cui esportare il business, alla domanda su quali possano essere più interessanti per i modelli distributivi presenti, per le normative che regolamentano il settore o per gli spazi di crescita, i nomi menzionati dai due manager sono i seguenti: Testi pensa che “gli sviluppi più semplici siano fattibili sui Paesi del Sud Europa come Svizzera, Spagna e Francia per uniformità di comportamenti dei mercati”. Quanto ai modelli più esportabili, lo sviluppo dei consulenti di viaggio a suo dire “potrebbe essere più semplice perché più libero e dinamico. Per le agenzie potrebbe essere più semplice sviluppare un format con agenzie standardizzate con un’unica insegna, che in Francia e Spagna sono già presenti”.
La mappa tracciata da Busca vede “senz’altro i Paesi evoluti dal punto di vista del retail, come Spagna, Francia e Germania dove il concetto di filiera industriale nel turismo è fortemente radicato con colossi come Club Med, Corte Inglés e Tui”. I modelli? Solo quelli “in grado di creare economie di scala, come il nostro”, afferma.
Stefania Vicini