Contratti, il turismo attende il rinnovo: la mobilitazione dei sindacati

Ci sono anche i lavoratori del turismo, tra i sette milioni di italiani che attendono il rinnovo dei contratti nazionali del terziario di mercato. A tenere accesi i riflettori sulle numerose vertenze aperte sono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che il prossimo 21 luglio chiameranno a raccolta oltre 1.000 delegati da tutta Italia in una assemblea intersettoriale unitaria organizzata in piazza Lucio Dalla a Bologna.

La mobilitazione nasce per sollecitare un avanzamento dei negoziati e denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori del settore, attanagliati dalla perdita del potere d’acquisto nella difficile congiuntura economica, che rende il rinnovo dei contratti non più rinviabile.

I sindacati stigmatizzano l’ingiustificato atteggiamento dilatorio delle controparti in riferimento alle trattative di rinnovo nei macrosettori del Terziario (Terziario Distribuzione Servizi, Dmo, Distribuzione Cooperativa), del Turismo (Alberghi, Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva e Commerciale ed Agenzie di Viaggio), delle Aziende Termali, del Lavoro Domestico, dell’Acconciatura ed Estetica e degli Studi Professionali. Comparti che scontano un ritardo nei rinnovi contrattuali pari in media a oltre 3 anni, con la conseguente inadeguatezza dei trattamenti economici e normativi rispetto a una realtà profondamente mutata, in seguito alla crisi pandemica e bellica e alle dinamiche inflazionistiche fuori controllo.

“Senza rinnovo dei Contratti Nazionali tenuta del Paese a rischio. Il prossimo 21 luglio centinaia di delegate e di delegati da tutta Italia si riuniranno a Bologna per un’assemblea in plenaria, perché più di sette milioni di lavoratori, anche quest’anno, affrontano l’estate e il rientro autunnale senza vedere rinnovato il loro Contratto di lavoro. Un rinnovo che è stato, per anni, disatteso e rimandato – ha dichiarato Fabrizio Russo, segretario generale Filcams Cgil -. Nel frattempo l’inflazione ha determinato una drammatica caduta del potere di acquisto e dei livelli di vita di milioni di persone. È una situazione non più tollerabile. Tutti i Contratti Nazionali di categoria vanno rinegoziati e sbloccati subito, altrimenti quella che è una controversia della rappresentanza sindacale intaccherà in profondità l’economia del paese, mettendo a rischio la tenuta sociale».

“La priorità è e resta incrementare i trattamenti economici delle lavoratrici e dei lavoratori, donne e uomini che in questi anni sono stati in prima linea per difendere il lavoro e le aziende da cui dipendono fronteggiando prima la crisi del Covid e successivamente la ripresa dell’inflazione – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini -. E’ scaduto il tempo, non c’è più spazio per tattiche dilatorie o espedienti volti a bypassare un’assunzione di responsabilità da parte delle imprese del settore e delle loro associazioni di rappresentanza. L’incertezza del contesto economico non può rappresentare un alibi per non rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro nei settori del terziario di mercato”.

“Nel terziario – ha affermato il segretario generale della Uiltucs Paolo Andreani – l’impresa guadagna produttività a scapito dell’occupazione, giovani e donne annaspano tra il lavoro a tempo determinato, orari impossibili e domeniche e festività lavorate. Il Ccnl è diventato nel tempo strumento di distribuzione della ricchezza e fattore di democrazia economica”. Andreani infine punta i fari sull’evidenza che “la stagione turistica riempie alberghi e stabilimenti balneari, con le vendite della distribuzione organizzata che crescono del 6% e quella dei discount dell’11% mentre i salari sono fermi. Il contratto ci spetta”.

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