Ottimismo dal Barometro Europeo delle strutture ricettive 2023 di Booking.com

Tra gli imprenditori del settore dell’ospitalità è tornato il sereno.

In Europa, il sentiment commerciale degli albergatori e degli operatori di case vacanza resta molto forte perché sia i livelli di occupazione che i prezzi sono aumentati negli ultimi 12 mesi, e quasi la metà di essi (46%) prevede che il 2023 sarà l’anno in cui si registreranno i guadagni più alti. Paragonati a questi ultimi, gli albergatori italiani si sono anche dimostrati leggermente meno propensi ad aspettarsi entrate record per il 2023 (41%).

I dati emergono dal secondo Barometro Europeo delle strutture ricettive 2023 pubblicato da Booking.com in collaborazione con Statista, una ricerca che ha messo in luce una crescente positività nel settore delle strutture ricettive, rivelando che il 71% degli intervistati europei ha giudicato buono o molto buono l’andamento della propria attività negli ultimi sei mesi. Lo stesso sentimento si conferma per l’Italia con una percentuale del 70%.

 Tariffe medie e occupazione

 Nonostante la volatilità macroeconomica del periodo, quasi due terzi ritengono che la loro situazione economica sia favorevole, con tariffe medie giornaliere e livelli di occupazione aumentati rispettivamente del 51% e 60%. In Italia invece il 44% degli albergatori ha riportato un aumento o un forte aumento delle tariffe medie delle camere. Mentre per i livelli di occupazione, nel nostro paese, poco meno della metà (49%) degli albergatori ha registrato un aumento o un forte aumento dei tassi di occupazione.

La rinnovata fiducia dei viaggiatori in tutto il mondo ha rafforzato ulteriormente questo atteggiamento positivo: il 57% delle strutture ricettive vede nell’aumento della volontà di viaggiare un’importante opportunità da cogliere nella nuova stagione. Quasi due terzi (60%) delle strutture ricettive considerano i viaggiatori internazionali fondamentali per questo periodo, mentre più della metà (51%) punta alla Generazione Z. In Italia, al contrario del dato europeo, solo il 34% delle strutture ricettive considera i viaggiatori internazionali fondamentali per la stagione estiva e solo il 26% punta alla Generazione Z.

Le sfide

Se da un lato il settore ha un atteggiamento complessivamente positivo, dall’altro quasi la metà degli intervistati (47%) nutre preoccupazioni per le condizioni economiche generali e permangono una serie di ostacoli fondamentali che le strutture ricettive stanno ancora affrontando. Più di quattro su cinque (86%) considerano i costi dell’energia una sfida continua per la loro attività. A questo proposito, il livello di preoccupazione dei titolari di strutture ricettive in Italia è simile alla media europea (84%).

Investimenti ed opportunità

In Europa, il 58% ha intenzione di investire in miglioramenti dell’efficienza energetica, dato che trova conferma anche in Italia (59%). Anche il personale rimane una priorità: sia l’acquisizione che il mantenimento del personale sono un problema che per l’Europa è pari al 44% e per l’Italia al 51%, con gli stipendi e gli orari di lavoro identificati come i due principali fattori che incidono sulla carenza di lavoratori qualificati.

Il crescente interesse dei consumatori per prodotti e servizi sostenibili è considerato un’opportunità significativa per più della metà (53%) delle strutture ricettive, e il 55% vede un potenziale nell’offerta di esperienze a livello locale. A tal proposito, in Italia le percentuali calano significativamente attestandosi in entrambi i casi al 28%. In Europa, il 42% afferma che sono necessari maggiori incentivi fiscali e tributari per accelerare la transizione verso un modello più sostenibile e rispettoso del clima rispetto all’Italia in cui lo è solo il 36%. A favore del miglioramento dei requisiti e delle procedure di accesso a capitali e finanziamenti, in Europa è sostenuto dal 36% mentre in Italia dal 39%.

Il percorso verso la digitalizzazione

Mentre il machine learning e l’AI dominano i titoli dei giornali, solo l’8% delle strutture ricettive (il 5% in Italia) fa attualmente uso di strumenti aziendali basati sull’intelligenza artificiale, come i chatbot e gli algoritmi di dynamic pricing. Questo nonostante il 60% ( in Italia è al 65%) ritenga di essere preparato alla trasformazione digitale. Sebbene si preveda un incremento nell’utilizzo di strumenti che sfruttano le tecnologie dell’intelligenza artificiale, solo una persona su quattro (23%) ha intenzione di introdurre tali strumenti nei prossimi sei mesi. In Italia, la propensione è maggiore di 5 punti percentuali (28%). Mentre più di due terzi sia in Europa che in Italia, non ha ancora in programma di utilizzare tali tecnologie nella gestione della propria attività, lasciando spazio alla possibilità che si crei un divario tecnologico con relativo svantaggio competitivo.

Il turismo del futuro secondo Booking.com

“La ripresa dell’industria turistica viaggia su una traiettoria positiva e questa ricerca vuole essere anche uno strumento per generare un confronto sul miglior approccio sinergico – ha dichiarato  Alessandro Callari, regional manager di Booking.com -. Il viaggiatore è in continua evoluzione e il 2023 sta generando volumi di vendite soddisfacenti grazie ad una pressione della domanda che si conferma forte anche sull’ultimo quadrimestre dell’anno, sia sul domestico che sull’internazionale. I trend che riguardano l’Italia nello specifico – ha detto ancora Callari – mettono in evidenza come la finestra di prenotazione si stia allungando e come sia tornato predominante l’interesse per le città d’arte. Questa tendenza fortunatamente è stata intercettata dagli operatori italiani e la crescita delle tariffe medie di soggiorno, che sfiora il 25% sui periodi di picco, lo dimostra”.

Nel post Covid il viaggiatore ci ha detto una cosa chiara, secondo il manager: il viaggio è entrato nel paniere dei beni irrinunciabili. Ora la vera sfida è comprendere le sue esigenze, sempre in trasformazione.

La posizione di Federalberghi

“Le politiche a sostegno degli investimenti avranno un ruolo decisivo – il commento di Alessandro Massimo Nucara, direttore generale Federalberghi – e ci auguriamo che nell’ambito della riorganizzazione del Pnrr arrivi una risposta anche a tutte quelle realtà ricettive che non sono ancora riuscite ad accedere ai fondi e che possa vedere la luce una misura di sistema, di accompagnamento agli investimenti, uno strumento stabile, ricorrente e strutturato”.

Nucara si è soffermato anche sul tema tanto dibattuto della tassa di soggiorno: “E’ diventato un prelievo davvero importante – ha detto- e riteniamo sia ragionevole destinare una quota di tale imposta proprio al finanziamento della riqualificazione delle strutture. Auspichiamo che presto si creino le condizioni per avere riscontro a questa proposta”.

Alessandra Tesan

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