Incendi, ondate di calore, inondazioni e tempeste hanno colpito quest’estate destinazioni turistiche in Europa e altrove con conseguenze drammatiche. L’industria dei viaggi sta ora discutendo su come il riscaldamento globale possa modificare la domanda di destinazioni e delle stagioni di vacanza.
Impatto Ue
Il riscaldamento globale potrebbe avere un forte impatto sul turismo in Europa, secondo un recente rapporto del Centro di ricerca dell’Ue che ha esaminato quattro diversi scenari di aumento delle temperature: +1,5° e +2% (gli obiettivi dell’Accordo di Parigi); +3% e +4% (considerati i casi peggiori ma non impossibili). Ad esempio, un aumento della temperatura di 3°C o 4°C ridurrebbe il numero di turisti estivi di quasi il 10% nelle regioni costiere meridionali e aumenterebbe la domanda nelle coste settentrionali del 5%, secondo le proiezioni dello studio. Parallelamente, la domanda stagionale si sposterebbe, con più viaggi in primavera e meno in estate.
Tra rischi e fiducia
“Il cambiamento climatico pone senz’altro nuove difficoltà per il turismo in generale e per il turismo organizzato – riconosce Gianni Rebecchi, presidente nazionale Assoviaggi Confesercenti – a partire dal rischio che l’incertezza meteo possa incidere negativamente sul processo di programmazione e di prenotazione dei viaggi, in particolare per le destinazioni a vocazione balneare. Sono però fiducioso nella capacità di resilienza del comparto. Un comparto che – grazie alle sue doti di flessibilità – è riuscito a resistere perfino allo stop imposto dalla pandemia, e che sicuramente sarà in grado di rispondere anche a questa nuova sfida”.
Trasformazione dei flussi
Gli esperti concordano sul fatto che ci saranno conseguenze drammatiche per le destinazioni dell’Europa meridionale se non si riuscirà a contenere il riscaldamento globale entro i livelli stabiliti a Parigi. Marco Gardini, professore di turismo, gestione internazionale dell’ospitalità e marketing presso l’Università di Scienze Applicate di Kempten, ha avvertito: “Se non riusciremo a contenere le conseguenze del cambiamento climatico, i flussi di viaggio cambieranno inevitabilmente. Le regioni che sono massicciamente a rischio di incendio in certi periodi saranno probabilmente evitate”.
Cambio di stagione
Analogamente, Harald Zeiss, professore di sostenibilità e turismo internazionale presso l’Università di Scienze Applicate di Harz (ed ex responsabile della sostenibilità del Gruppo Tui), ha previsto: “I modelli di prenotazione diventeranno più a breve termine perché le persone non possono più contare su condizioni meteorologiche stabili. Chi vuole fare una vacanza dove le foreste bruciano? La domanda si sposterà ai margini dell’alta stagione e le regioni con climi più moderati attireranno sicuramente una domanda più elevata”.
La risposta del turismo organizzato
Il turismo organizzato, in particolare, ha rafforzato il proprio ruolo a servizio del viaggiatore, prima del viaggio ma anche dopo l’inizio della vacanza. “Chi si rivolge ad un’agenzia di viaggi, può contare su un’assistenza di livello professionale non solo per programmare la vacanza e affrontare la burocrazia necessaria a partire – dai visti ai contratti di viaggio – ma anche per eventuali emergenze quando si è già raggiunta la destinazione – commenta Rebecchi -. Non solo attraverso le assicurazioni sanitarie e sull’eventuale annullamento del pacchetto: come abbiamo visto nel caso di Rodi, in Italia la collaborazione tra istituzioni – Farnesina in primis – e agenzie di viaggio e tour operator ha dato un contributo rilevante alla sicurezza dei viaggiatori.
Attenzione alla bassa stagione
Il cambiamento climatico potrebbe offrire alle destinazioni dell’Europa meridionale l’opportunità di diversificare i propri prodotti rispetto al passato e di attirare più visitatori nei mesi al di fuori dell’attuale picco di luglio-settembre. Álvaro Blanco, direttore dell’Ente Spagnolo per il Turismo a Berlino, ha affermato che i visitatori potrebbero passare dall’estate alla primavera o all’autunno. “In questo modo potrebbe finalmente arrivare il tanto atteso pareggio stagionale”, ha commentato.
Ancora nessun cambiamento
Secondo gli operatori turistici tedeschi, tuttavia, non ci sono ancora segnali di un passaggio dei clienti da una stagione all’altra. “Al momento non vediamo alcun cambiamento significativo nei modelli di prenotazione“, ha dichiarato Jan Mayer, chief product officer di Fti. Tuttavia, Sebastian Ebel, ceo del Gruppo Tui, ha già previsto che le regioni costiere con temperature più moderate, come le coste belghe e olandesi o la Polonia, potrebbero attirare più visitatori in futuro. Petra Thomas, direttrice di Forum anders reisen, un’alleanza di operatori turistici orientati alla sostenibilità, ha dichiarato di sperare che i recenti eventi meteorologici estremi incoraggino le persone a riconsiderare le proprie abitudini di viaggio.