“Il disegno di legge sugli affitti brevi presentato dal ministero del Turismo è nulla, se lo mettiamo a confronto con quanto fatto dalle altre grandi capitali del mondo”. Così il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli ha tuonato, invitato da questa agenzia di stampa ad esprimere un commento su uno dei temi più caldi degli ultimi giorni.
E non si riferisce solo a New York Roscioli, che è stata forse l’ultima città a mettere in atto una stretta sugli affitti brevi, anzi spiega che “già molte città avevano preso provvedimenti, ed anche molto più drastici dei nostri, proprio perché si erano già accorti dei danni che alcune dinamiche turistiche stavano generando. Parlo non solo di danni economici e sul sistema dell’ospitalità più tradizionale, ma anche e soprattutto di danni demografici. Questo credo che l’Italia in fondo in fondo non l’abbia ancora capito. Il danno da noi purtroppo comincia ad essere davvero importante – ha detto ancora Roscioli – in alcune situazioni è ormai irreversibile”.
Le rimostranze dei Comuni
Secondo il presidente anche le rivolte e le perplessità dei Comuni sono comprensibili: “I sindaci chiedono il riconoscimento di un’autonomia su questo genere di controllo – ha commentato -, ogni città d’altronde è diversa, ha una vocazione turistica differente, non si può pensare che tutte siano come Roma, Firenze o Venezia, quindi non può esserci una normativa identica per tutte”.
La bozza del decreto, dunque, è molto timida a sentire Roscioli: “Si poteva fare meglio e speriamo che negli emendamenti ci diano ascolto – ha detto – almeno per tentare di allinearci all’orientamento delle altre grandi città europee”.
Ottimo il 2023, ma attenzione…
Una dose maggiore di ottimismo Giuseppe Roscioli la riserva alle stime di chiusura dell’anno: “Roma chiuderà il 2023 con numeri positivi e anche se è un po’ presto per dirlo sono convinto che riuscirà a superare i volumi del 2019. Anche la Ryder Cup, ormai alle porte, ci darà una mano”.
In questo momento siamo però posizionati, secondo Roscioli, sulla coda di una bolla turistica ormai destinata ad esaurirsi: “Quello che abbiamo visto quest’anno non durerà per i prossimi anni – ha detto – c’è l’incognita del mercato americano che in questo momento sta facendo la parte del leone perché ha un dollaro molto forte, quindi bisognerà innanzitutto capire se e quanto questo vantaggio monetario reggerà. Poi bisognerà osservare cosa succederà al mercato asiatico, alla Cina, ma soprattutto al Giappone che sta avendo problemi economici importanti. Senza dimenticare i disagi del mercato italiano che ha già mandato segnali chiari nel corso della stagione, tanto che alcune località di villeggiatura hanno chiuso l’estate con flessioni del 40%”. Insomma, sarà difficile continuare a vedere i numeri degli ultimi due anni. I segnali di rallentamento sono già alle porte.
Alessandra Tesan