L’avvertimento di Bocca

Cauto, ma obiettivo e soprattutto con i piedi per terra. Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, traccia un bilancio abbastanza positivo dell’estate, ma avverte: è necessario mantenere alta la soglia dell’attenzione. 

 Gv: Quali mete sono state le top seller e quali hanno arrancato? 

“Mi perdoni la presunzione, ma credo che in Italia tutte le mete siano ‘top seller’. Non vi è luogo che non abbia attrattività dal punto di vista paesaggistico, culturale, naturalistico. Forse andrebbe fatta una piccola differenziazione tra il mercato interno, fatto dal turismo nostrano, e quello dei visitatori stranieri. E’ fisiologico che chi proviene dall’estero, principalmente gli americani, venendo in Italia la prima volta predilige le città d’arte come destinazione della propria vacanza. Roma, Firenze, Venezia, Napoli rappresentano un must in generale per i turisti stranieri. Non a caso abbiamo avuto un record di presenze proprio in queste località, nella stagione in cui ha ripreso a pieno ritmo il movimento turistico degli stranieri interrotto a suo tempo dalla pandemia. Per ciò che riguarda i nostri concittadini, le mete favorite in estate restano le località di mare. La Sardegna, le isole, la Puglia al primo posto. In Sicilia purtroppo, a causa del disastro degli incendi, le migliori aspettative sono state disattese. La montagna segue a ruota le città di mare, ma anche i laghi e le località termali, per una vacanza più intensa ma meno prolungata, hanno avuto picchi di gradimento. C’è da dire che tra gli italiani che hanno potuto far vacanza, una parte ha scelto l’estero”.  

Gv: Turisti stranieri e italiani: in base ai dati in vostro possesso, quale è stata la percentuale della domanda? 

“I numeri meglio definiti e dettagliati potremo averli nei tempi adatti per un bilancio. Rispetto tuttavia agli squilli di tromba che annunciavano la stagione 2023 come quella del sorpasso, abbiamo dovuto constatare che non è andata esattamente così. Si è avvertita una flessione un po’ in tutte le località tipiche della vacanza estiva, a parte i picchi delle presenze nelle città d’arte. Ma ciò va di pari passo con l’exploit del turismo straniero, ritornato prepotentemente e fortunatamente sulla scena”.  

Gv: Possiamo parlare, quindi, di un ritorno reale degli stranieri? 

“In base all’analisi che stavamo facendo direi di sì. Ma attenzione, questo non significa che abbiamo una garanzia. Non possiamo dare nulla per scontato,  dobbiamo essere soprattutto bravi e tenaci nell’obiettivo di  farli tornare sempre”. 

 Gv: Caro prezzi di ristorazione e servizi, caos e disagi nei voli, instabilità meteorologica: quanto hanno inciso questi fattori e quali altre criticità si sono palesate a vostro avviso nell’estate? 

“Diciamo che è stato un percorso ad ostacoli. A mio avviso tutto questo disagio è caduto addosso principalmente agli italiani, alle loro tasche ed al loro progetto di vacanza. Qualcosa si è incrinato, non ci si sentiva tranquilli: chi magari programmava una vacanza che fino allo scorso anno sarebbe sembrata abbordabile, in questa estate 2023 ha percepito invece come fosse tutto proibitivo. E magari ha ridotto drasticamente la durata del viaggio o ha spostato in avanti tutto il periodo ritagliato per la villeggiatura”.  

Gv: La durata della vacanza è diminuita in proporzione alla contrazione dei budget? 

“Il budget si è assottigliato a causa dei costi… E’ un gatto che si morde la coda. L’hotel incide in minima parte nel computo delle spese collegate al viaggio, ci tengo a sottolinearlo, perché scagliarsi contro gli albergatori sembra uno sport che non passa mai di moda”. 

 Gv: Le prospettive di prenotazioni per le prossime settimane? 

“Siamo piacevolmente sorpresi dall’exploit di cui siamo tutti testimoni per ciò che riguarda il mese di settembre. Questo ‘stato di grazia’ potrebbe prolungarsi fino ad ottobre, soprattutto se il bel tempo ci assisterà. Di certo questo è un dato da considerare positivo in sé. Ma non so quanto questo possa sopperire a ciò che si è perso nei mesi precedenti”.  

 Gv: Quali insegnamenti si possono trarre da questa stagione anomala, partita benissimo e poi incagliatasi? 

“Questa stagione così particolare dovrebbe essere una sorta di training per il nostro settore: in sostanza bisogna prepararsi al fatto che si deve andare bene anche quando non tutto è perfetto. Mi spiego meglio: non abbassare la guardia, essere competitivi, proiettarsi su innovazione ed ecosostenibilità per dare maggior attrattività al Paese. Ed essere sempre in ascolto… Le nuove tendenze non fanno rumore e bisogna saperle cogliere sul nascere”. 

Nicoletta Somma

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