Viaggi food & wine: la Toscana e il modello della Valdichiana Senese

La Toscana è la seconda regione più popolare tra i turisti enogastronomici del Belpaese. Numeri alla mano il 21% afferma di essersi recato nel corso dei suoi viaggi per vivere esperienze food & wine. Un appeal che si conferma anche guardando all’immaginario collettivo, con il 30% degli italiani (ed il 29% dei viaggiatori enogastronomici) che la indicano come migliore meta enogastronomica, posizionandola nella top5 (al 5° posto).

I prodotti del territorio

A fare da traino le specialità toscane. 7 italiani su 10 ne sanno indicare almeno una, tra queste spiccano la bistecca alla fiorentina (18%), la ribollita (7%) ed il vino (6%).

È quanto emerge dalla sesta edizione del “Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano”, curata da Roberta Garibaldi con il supporto di Unicredit, Visit Emilia, Valdichiana Living e Smartbox, il patrocinio di Cultura Italiae, Federturismo, Fondazione Qualivita, Ismea Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe e Touring Club Italiano, e la collaborazione di TheFork e Tripadvisor, presentata ieri a Milano. Il nuovo lavoro evidenzia i cambiamenti della domanda e le opportunità che si aprono per operatori e destinazioni, chiamate ad intercettare le nuove tendenze in atto.

La Valdichiana Senese

Alla presentazione del rapporto è intervenuto Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano, Comune capofila dell’ambito della Valdichiana Senese, che ha sottolineato l’importanza di essere partner di questa iniziativa. “Il nostro è un modello ben strutturato, articolato. Un modello che ha dato importanti risultati per presenze turistiche e riconoscimenti – ha affermato durante il suo intervento -. Svolgiamo anche un ruolo guida a livello regionale, il nostro è stato considerato un modello esportabile in quanto la Valdichiana ha quella peculiarità per dare risposta al turista enogastronomico”. 

Come sottolineato dal sindaco sono coinvolti i Comuni di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda e l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, 7 bandiere arancioni del Touring Club e 2 borghi più belli d’Italia dove si può fare un turismo esperienziale fatto con più di 100 proposte diverse, tra itinerari del gusto, lezioni di cucina, tour in fattoria, caccia al tartufo, pranzi tra gli ulivi, degustazione di olio e visite in cantine, tutte arricchite dalle eccellenze enogastronomiche locali attraverso l’offerta turistica di Valdichiana Living, braccio operativo della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese“.

Un territorio che è stato “attraversato da diverse epoche storiche che le amministrazioni hanno saputo valorizzare nel corso del tempo – ha proseguito -, tra storia, cultura e tradizioni”. Angiolini si è soffermato sul alcuni prodotti tipici e famosi, citando “il Nobile, i salumi di cinta senese Dop, la carne chianina che è originaria proprio di qui, l’olio extravergine d’oliva Terre di Siena Dop e Igp Toscano, celebre quello di Trequanda tanto che il ministero delle Politiche alimentari, agricole e forestali ha riconosciuto la zona una delle prime realtà italiane per il suo paesaggio rurale storico, il pecorino, il vinsanto, i pici, l’aglione che è stato decretato dal ministero delle Politiche Agricole risorsa genetica vegetale a rischio di estinzione e quindi iscritta all’anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”.

La candidatura a Capitale italiana della Cultura 2026

L’offerta c’è, ma si deve anche essere “capaci di raccontare”, ha sottolineato il sindaco, che, durante il suo intervento ha anche annunciato “il progetto della candidatura a Capitale italiana della Cultura 2026“.

“La Toscana negli anni ha saputo sfruttare sapientemente questa riconoscibilità attraverso le proprie tipicità, posizionandosi tra le più popolari mete enogastronomiche italiane – ha riconosciuto Roberta Garibaldi, presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico -. Questa eccellenza deve essere uno stimolo per innovare ulteriormente le experience, cogliendo e sfruttando la crescente voglia di novità che caratterizza il turista”.

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